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Lunedì 15 OTTOBRE 2012
Legge stabilità. Cisl Fp: “Le retribuzioni dei lavoratori non si toccano”

Netta opposizione del sindacato alla norma che chiede agli enti previdenziali di assicurare risparmi aggiuntivi per 300 milioni all’anno a partire dal 2013. "Il Governo non pensi di fare cassa attraverso la riduzione delle risorse destinate alla contrattazione integrativa".

“Le retribuzioni non si toccano. Il risparmio va fatto sulla spesa improduttiva e non mettendo le mani nelle buste paga dei lavoratori”. E’ netta la posizione della Cisl Fp sui tagli che il governo chiede agli enti previdenziali e assistenziali con il ddl stabilità. All’art. 4 del provvedimento, ora all'esame del Parlamento, si prevede infatti che Inps, Inail e gli altri enti che gestiscono pensioni e assistenza, in aggiunta agli obiettivi di risparmio già fissati, assicurino alle casse dello Stato 300 milioni di euro all’anno a partire dal 2013. “Già ma come? Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri non lo dice – spiega la Cisl Fp -, ma stabilisce che il risparmio si possa conseguire anche attraverso la riduzione delle risorse previste dall'art. 18 della legge n. 88/89 (i cosiddetti progetti speciali) e destinate alla contrattazione integrativa”.
 
Una possibilità che il sindacato respinge con forza: “I livelli di efficienza raggiunti dagli enti negli ultimi vent’anni derivano proprio dal buon utilizzo di queste risorse. E’ attraverso i progetti speciali che si è finanziata l’innovazione e l'innalzamento dei livelli delle prestazioni e dei servizi. Così come si è promossa una migliore organizzazione delle strutture”, rimarca il sindacato. Vale a dire “la sperimentazione di soluzioni che, consentendo l'attribuzione di incarichi di responsabilità ai funzionari, hanno ridotto il numero delle posizioni dirigenziali fino a raggiungere l'attuale rapporto di 1 dirigente ogni 65 dipendenti. Tutto ciò ha reso possibile la costruzione di modelli organizzativi, moderni, agili e flessibili, che hanno sinora assicurato adeguata risposta ai bisogni della collettività”.

La Cisl FP giudica pertanto “inaccettabile che si possa anche solo pensare di tagliare le risorse destinate alla contrattazione, e di conseguenza tagliare servizi e retribuzioni. Tanto più che, non va dimenticato, i salari dei dipendenti pubblici sono fermi per legge al 2010”. Bisogna piuttosto “cercare i soldi nelle tante spese improduttive, nelle consulenze inutili, negli appalti faraonici e nei costi esorbitanti connessi alla presenza ormai permanente delle società esterne”.

“E' il momento – conclude la nota del sindacato - di una seria politica del sourcing che, puntando con decisione sulla valorizzazione delle professionalità interne, miri a reinternalizzare tutte le attività possibili” conclude il sindacato, che insieme ai lavoratori “sta valutando tutte le iniziative di mobilitazione da mettere in campo”.
 

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