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Lunedì 05 GIUGNO 2023
Schillaci: “Conclusa la fase di definanziamento. Nel 2025 per Fondo 9 mld in più rispetto a 2021”. E su infermieri indiani: “Critiche mi interessano poco. A me interessa salute italiani”

Il Ministro della Salute: “Il sistema sanitario per decenni è stato oggetto di una politica di tagli lineari che hanno determinato criticità, che negli anni si sono cronicizzate, e che sono stati poco utili a garantire il recupero dell’appropriatezza. Oggi possiamo ritenere definitivamente conclusa la fase di definanziamento”.

“Questo Governo, nonostante le oggettive difficoltà economiche, la crisi energetica e la guerra russo-ucraina, ha aumentato le risorse destinate alla sanità: nel triennio 2023-2026 sono stati stanziati circa 7 miliardi e mezzo di euro in più rispetto al passato. Solo nel 2023 abbiamo reso disponibili 3 miliardi e mezzo in più. Nel 2025 il Fondo sanitario nazionale crescerà di circa 9 miliardi di euro in più rispetto al 2021, anno caldo sul fronte del contrasto al Covid”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi all’Università Cattolica sede di Roma, per la 28esima edizione della Conferenza annuale Ehma, l'European Health Management Association (Ehma) che si apre oggi.

“L’Italia è oggi impegnata, con gli altri Paesi Ue a dare corpo all’idea dell''Europa della Salute'. In Italia, in particolare - ha ricordato il ministro - il sistema sanitario per decenni è stato oggetto di una politica di tagli lineari che hanno determinato criticità, che negli anni si sono cronicizzate, e che sono stati poco utili a garantire il recupero dell’appropriatezza. Oggi possiamo ritenere definitivamente conclusa la fase di definanziamento”.

Per Schillaci, “è prioritario ripensare i nostri modelli organizzativi e lo vogliamo fare cambiando la prospettiva dalla quale guardiamo al sistema sanitario: sino ad ora è stato pensato e costruito partendo ‘dal lato dell’offerta’, dal lato degli operatori. Dobbiamo ri-progettare il sistema sanitario mettendoci decisamente dalla parte di chi ne beneficia - ha chiarito - dalla parte dei cittadini e dei pazienti. Questo vuol dire riorganizzare la sanità non come un insieme di strutture per l’assistenza, ma come un insieme armonico di processi assistenziali governati da professionisti e manager preparati che abbattono gli steccati tra ospedali e territorio - chiosa - garantendo così la reale presa in carico dei problemi delle persone nel lungo periodo”.

Schillaci è poi tornato a parlare dell’ipotesi di reclutare infermieri indiani per contrastare la carenza: “Le critiche mi interessano poco. A me interessa la salute degli italiani e che il sistema sanitario pubblico rimanga universale e aperto a tutti, soprattutto a chi ha meno possibilità. Quindi, se non ci sono infermieri in Italia, bisogna andare a prenderli all'estero”. Ha detto il ministro replicando al segretario nazionale Fp Cgil - area sanità, Michele Vannini, che in una nota aveva criticato il possibile reclutamento di infermieri indiani ipotizzato dallo stesso ministro in un'intervista. “Da quando sono diventato ministro ho sentito dire che mancano tra i 30mila e i 100mila infermieri. Però quando una persona cerca di trovare soluzioni, si attira critiche” ha concluso.

Il Ministro è tornato poi sulle nomine di Ministero e Aifa: “Appena finita la fase preliminare poi procederemo” con la nomina “della direzione della Prevenzione entro giugno”. E su Aifa: “Speriamo di chiudere con le nomine entro l’estate”.

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