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Martedì 06 GIUGNO 2023
Perché la sinistra deve essere per la gravidanza per altri. Lettera aperta a Goffredo Bettini

La GPA apre nuove opportunità riproduttive sia per le persone Lgbtqi+ sia per altre donne che le richiedessero. Queste opportunità porteranno a nuove forme di famiglie, di cooperazione e di socialità. Tra un secolo, forse prima, le nuove relazioni sociali saranno del tutto “normali”, e anzi i nostri posteri saranno sorpresi delle attuali resistenze. Sostenere il divieto universale di GPA produrrebbe solo un esito già noto: o spingere la pratica nella clandestinità illegale o lasciare che diventi oggetto di neo-capitalismo

In questo mio scritto ho pensato di rivolgermi, attraverso Quotidiano Sanità, direttamente a Goffredo Bettini perché, la sua posizione sulla Gravidanza per altri (GPA) è rappresentativa di una prospettiva diffusa in parte della “sinistra”.

Assieme a 500 esponenti “di sinistra”, Bettini ha infatti firmato il Manifesto “No GPA” (30 maggio) in cui sostiene che “la GPA è una pratica intollerabile, e va contrastata in tutti gli ambiti a cominciare dalle istituzioni europee e dall’ONU [… in quanto non solo] lede i diritti delle donne, ma perché mercifica e offende la dignità dei bambini e delle bambine”.

D’altro canto, in un’ampia intervista rilasciata a Avvenire (1 giugno, “Combatto l’oscurantismo, ma dico no alla Gpa”) ha poi affermato di essere contro la “offensiva della destra che intende colpire i diritti Lgbt, le garanzie delle coppie omosessuali e [… che è] particolarmente sensibile circa questi temi e impegnato nella lotta contro il nuovo oscurantismo”.

Ma come fa, Bettini, a essere a favore dei diritti Lgbtqi+ e, allo stesso tempo, anche a sostenere che la gravidanza per altri è “intollerabile e va contrastata” ovunque? C’è una contraddizione insanabile nella posizione. Per un verso, chi sostiene i diritti Lgbtqi+ è a favore anche del diritto alla genitorialità delle persone Lgbtqi+, dal momento che non è il sesso biologico ciò che rende “bravi genitori”, cioè genitori responsabili e dotati delle capacità educative e umane che consentono di garantire il miglior interesse del nato. È notorio che a volte persone eterosessuali sono pessimi genitori, e altre volte che persone Lgbtqi+ sono invece genitori splendidi. Ecco perché a tutti va garantita l’opportunità genitoriale.

Ma per l’altro verso c’è anche il principio etico (e giuridico) che non è consentito trarre vantaggi dal crimine commesso. I beni frutto dei crimini di mafia vengono tolti ai mafiosi e restituiti alla società. Se davvero la GPA fosse un crimine intollerabile, allora i frutti di tale attività andrebbero sottratti a chi ha compiuto o commissionato il crimine. In questo senso, bisogna riconoscere che coerenza interna alla proposta di divieto universale della GPA, che ha un obiettivo preciso: chiudere la prassi invalsa di registrare come figli propri i nati grazie alla GPA e fare in modo che in futuro questa possibilità sia chiusa così che le persone Lgbtqi+ non possano più avere figli. A questo mira la il divieto universale di GPA.

Come fa Bettini a non vedere che le due tesi della Sua posizione non stanno insieme? Delle due l’una: se sostiene la condanna senz’appello della GPA, allora promuove quello che Lui chiama il “nuovo oscurantismo” che toglie i diritti di genitorialità alle persone Lgbtqi+; se invece sostiene i diritti delle persone Lgbtqi+ e combatte davvero il “nuovo oscurantismo”, allora deve rinunciare all’idea che la GPA sia un crimine orrendo.

Si può uscire dall’impasse, allargando lo sguardo e vedendo le cose da un nuovo punto di vista. Questo è richiesto perché in pochi anni è cambiato l’intero ambito sessual-riproduttivo (e della vita), e non si può più continuare a guardare la nuova situazione con i vecchi schemi mentali. Fino a ieri della riproduzione umana si sapeva poco o nulla e i figli (legittimi) nascevano pressoché a caso nel matrimonio e solo dal matrimonio (gli altri, illegittimi, adulterini, etc. erano senza tutele).

Oggi, grazie alla fecondazione assistita abbiamo acquisito il controllo della riproduzione e quindi cambia anche la prospettiva circa la genitorialità: i figli non nascono più a caso o quando capita, ma per decisione responsabile. Il nuovo controllo sulla vita è una delle più grandi conquiste dell’umanità, paragonabile alla ruota o alla scrittura: passo che comporta cambiamenti strutturali del modo di vivere e che può darsi susciti sgomento o anche “allarme”, come dice sempre Bettini.

Qualcosa del genere è capitato all’inizio della Rivoluzione industriale, quando l’avvento delle macchine ha consentito un maggiore controllo del mondo inorganico e avviato “la più grande trasformazione dell’umanità di cui abbiamo documenti scritti” (E. Hobsbawm). Quell’allarme allora portò al Luddismo, grande movimento socio-culturale che voleva la distruzione delle macchine e il ritorno a un lavoro più rispettoso delle tradizionali relazioni umane. Oggi, in tempi di Rivoluzione biomedica che consente il controllo del mondo organico, un analogo allarme porta al bio-Luddismo, per il quale il controllo riproduttivo è qualcosa di disumanizzante, perché mercificherebbe la maternità e la vita.

Ho ricordato queste reazioni passate e presenti perché, piaccia o no, il recente nuovo controllo della riproduzione offre enormi positive opportunità di autorealizzazione e di benessere per tutti. Non mancano problemi sul come regolare le diverse pratiche, inclusa la GPA, ma altro è pensare di bloccare tutto e voler tornare al passato, altro è pensare a come poter governare le opportunità che si dischiudono, evitando possibili danni. Anche le automobili hanno creato tanti problemi, ma si è elaborato un codice della strada al fine di favorire la circolazione senza incidenti. Qualcosa di simile va fatto anche per la riproduzione assistita, inclusa la GPA che non va affatto demonizzata, ma regolata.

È fuorviante impostare la questione dicendo – come da Lei fatto, Bettini, nell’intervista a Avvenire – che la GPA sarebbe rivendicata sulla scorta di diritti “esasperati da un individualismo che li mette al di sopra di tutto” e che “rischiano nella nostra modernità malata di trasformarsi in egoismo edonistico”.

No, caro Bettini è vero che ogni nuova tecnica ha dei costi iniziali elevati, ma non è più credibile dire che la GPA è tecnica solo per neo-capitalisti ricchi e individualisti, mentre i socialisti o la gente “di sinistra” deve continuare con la riproduzione “naturale”.

Anche per il telefonino ci è stato detto che sarebbe stato solo per eccentrici ricconi e che i comuni mortali avrebbero dovuto continuare col telefono fisso, ma poi così non è stato: quando una tecnica intercetta esigenze sociali, si diffonde e è giusto che si diffonda. Anzi, creerà forme nuove e positive di socialità. Il problema non è bloccare tutto, ma vedere come riuscire a ridistribuire i vantaggi in modo equo affinché possa aumentare il benessere di tutti. Questo è il compito di una sinistra attenta ai tempi.

Altrettanto fuorviante, Bettini, è l’idea che il ricorso alla GPA comporti che i figli siano frutto di “egoismo”, mentre l’impegno a concepirli sotto le lenzuola sia segno di “altruismo”. A parte il fatto che i motivi che spingono le persone a far figli sono i più diversi, e non sempre sono altruistici, c’è da dire che essi appartengono alla sfera privata e non sono rilevanti per la legittimità dei diversi modi di riproduzione. Precisato questo, se si guarda alla riproduzione dal punto di vista della “responsabilità genitoriale”, si deve dire che questa è più favorita dal ricorso a tecniche come la GPA che dal tradizionale ricorso alla riproduzione naturale.

Infine, Bettini, un’osservazione sull’idea che la GPA offenderebbe “la dignità dei bambini” nati grazie a tale pratica. Ma siamo forse tornati a sostenere che la “dignità del nato” dipende dalla modalità con cui è concepito o messo al mondo? Cioè che diversa sarebbe la dignità di chi è frutto di adulterio rispetto a chi è nato dal matrimonio? Non sto a perder tempo con simili sciocchezze, ma ribadisco l’uguale dignità e gli uguali diritti di tutti in nati, a prescindere dalle diverse modalità con cui vengono al mondo.

Da ultimo va ricordato che la GPA non arreca danni al nato, perché chi nasce con tale tecnica altrimenti non sarebbe mai nato, e se nasce in buone condizioni e con opportunità di autorealizzazione per lui è meglio esser nato che non essere nato affatto.

Concludendo: la GPA apre nuove opportunità riproduttive sia per le persone Lgbtqi+ sia per altre donne che le richiedessero. Queste opportunità porteranno a nuove forme di famiglie, di cooperazione e di socialità. Tra un secolo, forse prima, le nuove relazioni sociali saranno del tutto “normali”, e anzi i nostri posteri saranno sorpresi delle attuali resistenze, proprio come noi oggi ci stupiamo delle difficoltà opposte all’uguaglianza delle donne, etc. Perché il processo sociale al riguardo porti buoni frutti ci vogliono norme adeguate che evitino disguidi e garantiscano eguaglianza di servizi.

Non è facile realizzare il compito ma è auspicabile che chi è “di sinistra” si impegni per individuare soluzioni opportune, che evitino profitti o speculazioni. Schierarsi con la destra e sostenere il divieto universale di GPA produrrebbe solo un esito già noto: o spingere la pratica nella clandestinità illegale o lasciare che diventi oggetto di neo-capitalismo. Questo è il vero disastro da evitare.

Maurizio Mori
Presidente della Consulta di Bioetica Onlus, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica

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