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Mercoledì 07 GIUGNO 2023
Sindacati medici il 15 giugno in protesta sotto la Regione Toscana: “Sistema al collasso dopo un decennio di definanziamento”

“In Toscana personale costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all’altro per coprire i servizi: condizioni di lavoro insostenibili”. Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi - Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici: “Le lunghe liste d’attesa costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia alle cure”.

Mobilitazione dei professionisti della sanità anche in Toscana il 15 giugno per protestare “dopo oltre un decennio di definanziamento, chiusure di reparti, posti letto e servizi”. Lo ricorda un comunicato intersindacale diffuso dalla Uil l’iniziativa organizzata dalle rappresentanze sindacali dei dirigenti medici veterinari e sanitari e l’appuntamento in quel giorno alle ore 14 per una manifestazione in piazza Duomo a Firenze davanti alla presidenza della Regione Toscana, al numero civico 10. Poi seguirà alle ore 15.45 un incontro al Teatro della Compagnia in via Cavour 50 rosso.

I sindacati invitano “tutti, cittadini e sanitari, a partecipare e a dare sostegno”. La nota è firmata da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi - Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici.

“Il sistema sanitario è prossimo al collasso dopo oltre un decennio di definanziamento – affermano le sigle sindacali -. Lo testimoniano le lunghe liste d’attesa, che costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia sempre di più a curarsi. Siamo l’unico Paese tra quelli avanzati a ridurre il finanziamento del Sistema Sanitario”.

“Anche in Toscana, per la progressiva riduzione degli organici, il personale è costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all'altro per coprire i servizi: le condizioni di lavoro sono ormai insostenibili e tanti operatori pensano di dimettersi. La pandemia evidentemente non ci ha insegnato nulla e ci sentiamo traditi dalla falsa retorica degli eroi”.

“La realtà quotidiana continua ad essere fatta da tetti di spesa del personale fermi al 2004 e una salute pubblica che continua ad essere considerata una spesa e non un investimento e un segno di civiltà”, conclude la nota ricordando che mancano “medici di Pronto Soccorso e per sostenere il servizio, verranno sostituiti dai medici di reparti già in sofferenza e privi di competenze specifiche” mentre “interi reparti di ospedali periferici si sostengono con medici costretti a spostarsi da altri ospedali distanti decine di chilometri, con grosso pregiudizio della qualità e sicurezza delle cure”.

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