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21 OTTOBRE 2012
Badanti. Negli ultimi due anni raddoppiato il numero delle italiane

A rivelare il dato è stato Pierluigi Morelli, presidente di Teleserenità, franchising nel settore dei servizi per malati e anziani. Su 1000 operatrici, quasi 200 sono italiane. Probabilmente la crisi le sta spingendo a cercare di tamponare le difficoltà economiche proponendosi per questi lavori.

“Negli ultimi due anni il numero dei contratti delle badanti italiane è aumentato nettamente: la percentuale è raddoppiata, passando dal 10% al 20%. Delle nostre circa 1000 operatrici, quindi, quasi 200 sono italiane”. È questo il dato sorprendente rivelato da Pierluigi Morelli, presidente di Teleserenità, franchising nel settore dei servizi per malati e anziani.

Allo stesso tempo, però le italiane spesso si prestano per mansioni diverse rispetto alle straniere, servizi più leggeri e più brevi, spesso inerenti alla compagnia piuttosto che all’assistenza totale. “Le straniere sono vincolate alla ricerca di un alloggio e di un lavoro quali precondizioni imposte dalla Bossi-Fini per il rilascio del permesso di soggiorno – ha spiegato Morelli - questo le spinge a cercar lavoro nelle case di anziani non-autosufficienti perché quest’occupazione risolve loro un doppio problema”.

Le donne italiane, invece, non solo hanno una casa dove stare, quella in cui vivono con al famiglia, ma non sono neppure disposte a lasciarla per giorni e notti interi. “Si propongono per servizi di diverso tipo, meno richiesti, per lo più al fianco di anziani ancora autosufficienti – ha affermato il presidente di Teleserenità - e, come tutti i lavoratori che non hanno bisogno di vitto e alloggio, chiedono una retribuzione oraria un po’ più alta”.

Di solito le persone che decidono di cercare una badante si trovano con l’acqua alla gola, con parenti anziani che non sono più in grado di stare da soli, bisognosi di assistenza continua. La richiesta verte quindi su persone disponibili notte e giorno e questo è il profilo delle lavoratrici straniere. I servizi offerti dalle italiane sembrano incontrare meno domanda. “Rilevante il problema del lavoro nero svolto dalle italiane che, a differenza delle straniere, non hanno bisogno del contratto per vivere qui – ha sottolineato Morelli - tendono poi a cercare di accumulare più ore lavorative, giostrandosi tra famiglie diverse”.
Inoltre il sommerso, in questo settore, sfugge ancor più ai controlli perché resta nascosto tra le mura domestiche ed è quasi impossibile penetrare nei contesti famigliari.

"Plausibilmente, dato che le donne che cercano impiego in queste attività stanno aumentando anche sul mercato regolare, si può pensare il loro numero stia salendo in modo ancor più forte nel mercato nero in cui, anche in virtù della mancanza di burocrazia, si crede sia più facile avere accesso, sottovalutando la carenza di garanzie ed i rischi in cui si incorre – ha concluso - si può affermare che crisi e disoccupazione stiano spingendo le donne italiane a cercare di tamponare le difficoltà economiche proponendosi per lavori nei quali, fino a poco tempo fa, avrebbero fatto fatica ad immaginarsi".
 

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