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Mercoledì 24 OTTOBRE 2012
Tubercolosi. Allarme Oms: “Salvate 20 milioni di vite, ma senza fondi stop al programma”

Il nuovo World Health Organization (WHO) Global Tuberculosis Report 2012 mostra tutti i risultati già ottenuti e le nuove sfide. Il trend dei contagi è in diminuzione, ma gli obiettivi del dimezzamento delle morti dal 1990 è lontano, anche in Europa. Ma oggi è tutto a rischio per mancanza di fondi.

Sono 20 milioni nel mondo le persone che oggi hanno salva la vita grazie alle politiche di controllo e cura della tubercolosi. Questo l’incredibile dato che emerge dall’ultimo World Health Organization (WHO) Global Tuberculosis Report 2012, pubblicato la settimana scorsa dall’Oms. Ma il risultato potrebbe essere solo temporaneo, se l’impegno dei governi non viene rinnovato.
 
Un risultato che è stato possibile solo grazie all’impegno internazionale, ma che oggi – avvertono gli esperti – rimane ancora fragile. “Nel corso degli ultimi 17 anni circa 51 milioni di persone affette dalla patologia sono state curate con successo, senza questi trattamenti 20 milioni di questi pazienti sarebbero morti”, ha commentato Mario Raviglione, direttore del dipartimento WHO Stop TB dell’Oms. “Questa pietra miliare riflette l’impegno di governi di tutto il mondo, ma l’occasione di sconfiggere questa malattia è oggi messa a repentaglio dall’assenza di finanziamenti adeguati”.
 
I dati
Dall’ultimo Report emerge chiaramente che la tubercolosi rimane una delle patologie infettive che fa più morti al mondo: sono stati 1,4 milioni i decessi nel solo 2011, di cui mezzo milione erano donne. Nello stesso anno sono stati circa 8,7 milioni i nuovi casi, anche se i contagi (così come le morti) continuano a diminuire in tutte le regioni del mondo. Dal documento emerge però anche che almeno per Africa ed Europa l’obiettivo di dimezzare entro il 2015 il livelli di mortalità registrati nel 1990 è ancora lontano.
Tra le nazioni che hanno ottenuto i maggiori successi, tra le 204 inserite nel report, la Cambogia ha visto un crollo del 45% della prevalenza per la tubercolosi tra il 2002 e il 2011.
Nel documento si fa anche riferimento ad alcune novità diagnostiche, come il test NAAT oggi disponibile in 67 nazioni a basso o medio PIL, e alla necessità di far uscire sul mercato alcuni nuovi farmaci che sono già in fase di studio, e che sarebbero i primi in oltre 40 anni. Così come ai progressi che bisogna fare nel campo dei vaccini per la patologia. Ma tutti questi risultati, spiegano gli esperti, si possono ottenere solo se ci sono i fondi necessari.
 
Il futuro
Il problema – di nuovo – sono dunque i tagli al Fondo Globale, avvenuti lo scorso anno. Grazie a questi, solo da parte degli Stati Uniti fino ad ora non sono arrivati 1,4 miliardi di dollari di finanziamenti, e tra il 2013 e il 2015 mancheranno altri 3 miliardi l’anno, solo dalle casse statunitensi. “Un passo indietro di questo genere rischia di farci perdere quanto conquistato nella prevenzione e nel controllo della diffusione della tubercolosi”, ha spiegato Katherine Floyd, che ha presentato il Report. Per far sì che questo non accada l’Oms sta pensando a una campagna di finanziamento mirata ai donatori privati, oltre che ai governi: ad oggi infatti circa il 90% degli investimenti esterni all’Oms derivano proprio da quel Fondo Globale per la lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria tanto martoriato.

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