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Martedì 30 OTTOBRE 2012
Tumore all’endometrio. Riconosciuti tre geni causa della forma più aggressiva

Secondo alcune stime l’adenocarcinoma papillare sieroso è responsabile di quasi il 40% delle morti per cancro dell’endometrio. Tra i geni associati allo sviluppo di questa neoplasia sono oggi stati riconosciuti tre geni che potrebbero esserne la causa. Lo studio su Nature Genetics.

Tra i vari geni che sono stati riconosciuti come collegati allo sviluppo di adenocarcinoma papillare sieroso – la forma più letale di tumore dell’endometrio – ce ne sono tre che sembrano essere più frequentemente alterati nelle donne che sviluppano la patologia: secondo alcuni scienziati del National Human Genome Research Institute (NHGRI), che hanno fatto questa scoperta, si tratterebbe dei geni che causano questa forma di tumore, piuttosto che le altre più comuni o meno resistenti alle terapie. La ricerca che ne parla è stata pubblicata su Nature Genetics.
 
Per capire quali geni sono alterati in questo tipo di carcinoma dell’endometrio, gli scienziati hanno intrapreso uno studio genomico comparando il tessuto tumorale con quello sano su 13 pazienti, e basando l’analisi sul sequenziamento dell’esoma, ovvero quella piccola porzione del Dna – l’1 o il 2 per cento – che codifica per proteine. In particolare, i ricercatori si sono concentrati sui geni che nel tempo sono stati associati alle forme più aggressive del tumore e li hanno ricercati in 26 campioni di tessuto prelevati dalle donne partecipanti.
In questo modo il team ha riconosciuto più di 500 mutazioni somatiche, delle quali hanno poi selezionato solo le nove mutate in più di uno dei tumori. “Sapevamo dall’esperienza che i geni più frequentemente mutati spesso sono quelli che causano le patologie e quindi ci siamo concentrati su quelli”, ha commentato Daphne W. Bell, autrice della ricerca.
 
Tra questi nove geni, tre erano stati precedentemente identificati come connessi all’adenocarcinoma papillare sieroso, ma per avere un’idea ancora più completa del quadro biologico della patologia, il team ha sequenziato i sei geni rimanenti sui tessuti di altri 40 di questi tumori, scoprendo così che tre dei sei rimanenti – i geni CHD4, FBXW7 e SPOP – risultano molto frequentemente alterati (40% dei casi) in questi carcinomi resistenti dell’endometrio. Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che gli stessi geni possono risultare mutati in percentuali che variano tra il 15 e il 26 per cento in altri tipi di tumori dell’utero.
In particolare le funzioni che risultavano modificate a seguito della presenza di queste alterazioni erano di diverso tipo: alcune relative al rimodellamento della cromatina, il processo per cui i contenuti del nucleo cellulare – Dna compreso – sono ‘impacchettati’ e modificati;  altre collegate alla distruzione di proteine non più necessarie, e che dunque ne prevengono l’accumulazione all’interno della cellula.
 
Sebbene i risultati siano promettenti, Bell ha però precisato che è “forse troppo presto per pensare a possibili trattamenti per i tumori uterini aggressivi basati su questa scoperta”. Tuttavia, ha aggiunto, “la scoperta cambia qualcosa nella nostra conoscenza delle alterazioni genetiche alla base del tumore, che a lungo termine potrebbero portare anche a nuove opzioni terapeutiche. Un risultato importante, visto che secondo alcune stime l’adenocarcinoma papillare sieroso sarebbe la causa del 39% delle morti per tumore all’endometrio”.

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