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Martedì 30 OTTOBRE 2012
Sostanze pericolose. Progetto Ue per decontaminazione di massa rapida

Il progetto Orchids punta a creare uno standard europeo per reagire velocemente ed efficacemente in caso di emissione deliberata nell'ambiente di sostanze pericolose. Non riguarda soltanto gli incidenti con un altissimo numero di vittime, ma anche gli incidenti minori che si verificano ogni giorno in Europa.

In caso di emissione deliberata nell'ambiente di sostanze pericolose, è necessario decontaminare rapidamente ed efficacemente un gran numero di persone per arginare la contaminazione e ridurre i potenziali effetti patogeni. Anche gli addetti ai soccorsi e le strutture ospedaliere devono essere protetti dalla contaminazione. Ma la decontaminazione è un processo difficile e fastidioso. Richiede di svestirsi in pubblico, fare la doccia e rivestirsi, seguendo rigorose istruzioni.

Per aiutare i Paesi Ue a reagire sempre più prontamente in caso di pericolo di contaminazione, nasce in Europa il progetto Orchids, che punta all’individuazione di un modello di procedura standard veloce ed efficace.

Il progetto non riguarda soltanto gli incidenti con un altissimo numero di vittime, ma anche gli incidenti minori su scala relativamente ridotta che si verificano ogni giorno in Europa. Il Regno Unito, ad esempio, registra ogni anno dai 30 ai 40 incidenti di questo tipo. Per i quali la capacità di risposta può essere rafforzata tenendo conto di particolari raccomandazioni per il trattamento di una serie di categorie di persone come donne incinte, bambini e minoranze o gruppi religiosi.

“Applicando questi criteri – spiega infatti una nota del portale Salute della Commissione Europea - il progetto assicura che la decontaminazione di massa possa essere eseguita rapidamente ed efficacemente e nel rispetto delle differenze culturali. È importante che la popolazione percepisca il processo come efficace, umano e attento alle sue esigenze”.

“La dimensione del progetto è un elemento essenziale del suo successo”, aggiunge la nota spiegando che “al progetto hanno infatti lavorato esperti di tutta Europa, ciascuno con un diverso bagaglio culturale e idee innovative”.
 

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