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Venerdì 29 SETTEMBRE 2023
Assistente materna. Forti riserve dagli psicologi della Lombardia

Il Tavolo della Perinatalità dell’Ordine degli psicologi lombardi contesta , tra le altre cose, l’impegno economico destinato al progetto, “a fronte della mancanza di 20mile ostetriche nel Ssn e del non rispetto del criterio di presenza di uno psicologo ogni 20mile abitanti per ogni consultorio”, ma esprime anche dubbi sulla formazione di questa nuova figura e l’organizzazione dell’assistenza alle madri.

Il Tavolo della Perinatalità dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia esprime “grande preoccupazione relativamente alla proposta di creazione della figura professionale dell’Assistente Materna”. Oltre al titolo delle assistenti materne, “conseguito in corsi non meglio identificati di 6/9 mesi”, a preoccupare è i contenuti del progetto stesso.

Anzitutto, scrivono in una nota i coordinatori Silvia Valadè e Valentino Ferro, che compongono il Tavolo della Perinatalità dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia insieme ad Andrea Benlodi, Alessandra Bramante, Daniela Calandrino, Loredana Cena, Marcello Florita, Sara Micotti e Alessandra Sala, “la figura preposta all’ assistenza al puerperio/ cure post natali e sostegno successivo domiciliare è l’ostetrica, che forte di una formazione universitaria improntata alla promozione della fisiologia sa riconoscerne tempestivamente la deviazione e la comparsa di situazioni patologiche che possono richiedere l’intervento anche di altri specialisti con cui collabora di norma all’ interno dei consultori e degli ospedali. La competenza dell’ostetrica che si reca a domicilio delle neomamme interviene anche con i padri, ove presenti, coinvolgendoli nella care del neonato, e questo le permette di riconoscere tempestivamente eventuali situazioni di violenza domestica, fragilità psico-sociale e attivare adeguatamente percorsi multiprofessionali ad integrazione del suo contributo”.

Gli psicologi lombardi non condividono, poi, che il supporto descritto sia “unicamente rivolto alla madre, mentre dovrebbe essere rivolto alla coppia genitoriale e alla famiglia, in quanto tutti coinvolti nel nuovo evento nascita”.

Per gli psicologi della Lombardia, inoltre, “la disponibilità telefonica e di contatto dovrebbe essere già garantita dai consultori, per cui non è chiaro a chi questa nuova figura professionale dovrebbe fare riferimento, non essendo inserita in una rete di professionisti preposti all’ assistenza in oggetto”.

Inoltre, “l’assistenza verrebbe garantita fino ai 6 mesi di età del neonato, quindi nella prima fase di individuazione-separazione, periodo in cui spesso le mamme riprendono il lavoro tra mille conflitti e sentimenti di colpa. In una fase così delicata del ciclo vitale, l’offerta di sostegno cesserebbe”.

“Colpisce anche – concludono gli psicologi della Lombardia - l’impegno economico destinato a questo progetto, a fronte della mancanza di 20.000 ostetriche nel SSN, e del non rispetto del criterio di presenza di uno psicologo ogni 20.000 abitanti per ogni consultorio”.

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