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Venerdì 02 NOVEMBRE 2012
Reggio Calabria. 4 medici di famiglia denunciati per 165 mila euro di truffa al Ssn

Secondo quanto emerso dalle indagini dei Nas, “percepivano illecitamente emolumenti previsti per la gestione di una ‘associazione medica mista’ di fatto non operante”.

Quattro medici di famiglia denunciati dai Carabinieri del Nas di Reggio Calabria perché “percepivano illecitamente emolumenti previsti per la gestione di una ‘associazione medica mista’ di fatto non operante”. “Tale tipo di associazione – ricorda una nota dei Nas che riferisce dell’operazione - permette ai pazienti di usufruire di ambulatori aperti per un periodo di tempo maggiore rispetto al singolo studio medico, evitando così, per i casi meno gravi (c.d. ‘codici bianchi’), di rivolgersi ai Pronto Soccorsi. Inoltre, i medici di tali strutture hanno compensi maggiorati per ogni singolo assistito”.
 
Le indagini svolte dai Carabinieri del Nas reggino avrebbero invece dimostrato che l’ambulatorio dei quattro professionisti, che doveva essere aperto al pubblico dalle ore 08,00 alle ore 20,00 dei giorni feriali, “nella realtà era spesso chiuso perché i sanitari disattendevano il proprio turno”.

Nel corso delle investigazioni, i militari hanno inoltre accertato che “uno dei medici aveva più volte attestato assenze dall’ambulatorio, dovute ad attività sindacali, dichiarando la copertura del proprio turno da parte del figlio (specializzando in medicina generale), il quale - invece - era anch’egli spesso assente per la frequenza di corsi universitari”. Il medico inoltre, “insieme ad un suo collega, aveva falsamente dichiarato l’assunzione di collaboratori di segreteria, percependo così illecitamente gli ulteriori incentivi previsti”.

I 4 sanitari, coinvolti a vario titolo nella vicenda, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Locri (RC) che ha emesso avvisi di garanzia perché ritenuti responsabili di falsità ideologica e truffa in danno del Servizio sanitario nazionale per un danno causato all’erario, corrispondente agli emolumenti illecitamente percepiti, quantificato in circa 165mila euro.
 

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