quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 05 OTTOBRE 2023
Settimana della dislessia. Bianco (Onaosi): “Fondazione da sempre a tutela delle neurodiversità”

"Lo scopo primario dell’Onaosi da circa 120 anni è educare, sostenere e formare i propri assistiti per consentire loro l’accesso al mondo del lavoro. Sostenere tutti i giovani nel cammino significa assumere le loro difficoltà come nostro impegno a rimuoverle, rendendo disponibili sostegni in denaro  e servizi alla persona ed anche con l’assistenza dei nuclei familiari in difficoltà", spiega il presidente Bianco.

Nel corso degli ultimi anni scolastici gli alunni a cui è stato diagnosticato un disturbo d’apprendimento sono aumentati. La legge 170 ha cambiato totalmente l'attenzione posta su questi disturbi da parte delle scuole, delle famiglie e delle istituzioni. Ne abbiamo parlato con Amedeo Bianco, presidente della Fondazione Onaosi, da sempre impegnata sul tema del sostegno alla formazione e all’apprendimento.

Presidente Bianco, quali sono le prospettive future per garantire e tutelare il diritto ad un apprendimento libero per chi ha un DSA o altre neurodiversità?
Lo scopo primario dell’Onaosi da circa 120 anni è educare, sostenere e formare i propri assistiti per consentire loro l’accesso al mondo del lavoro. Sostenere tutti i giovani nel cammino significa assumere le loro difficoltà come nostro impegno a rimuoverle, rendendo disponibili sostegni in denaro e servizi alla persona (come per esempio l’accoglienza nei Centri e Collegi formativi, la formazione in centri d’eccellenza in Italia e all’Estero) ed anche con l’assistenza dei nuclei familiari in difficoltà.

Proprio in questi giorni i ministeri vigilanti hanno dato il via libera ad una importante delibera che prevede il sostegno economico ai nuclei familiari di nostri assistiti con diagnosi certificata di DSA e ADHD. Sono circa 50 i soggetti interessati. Siamo però intenzionati ad allargare queste tutele anche ai figli di tutti i nostri contribuenti che si trovino in analoghe situazioni. E i numeri sono nettamente diversi.

Secondo lei come dobbiamo intendere oggi il concetto di inclusività all'interno delle esperienze di formazione?
Credo che il processo di inclusione sia di tipo down-up, cioè dal basso verso l’altro: ciò significa che si parte dalle diversità e non si pretende di riuscire a mapparle. Le grandi potenzialità delle diversità sono infatti un cammino non predeterminabile; è un viaggio di scoperta quello all’interno della neurodiversità, da fare con occhi diversi.

Onaosi è un bene comune. In che modo possiamo declinare questo potente messaggio della Fondazione nella settimana internazionale dedicata proprio alla dislessia?
L’idea del bene comune è densa di significati etici, civili e sociali: la solidarietà, l’equità, il rispetto della persona e l’inclusione, cioè l’idea di una comunità che non lascia nessuno indietro e solo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA