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Venerdì 13 OTTOBRE 2023
De Luca: “Riceviamo meno soldi dallo Stato di altri, non si riescono a fare i turni nei Ps”

Il presidente parla di “situazioni al limite della governabilità. In questi anni è mancata qualsiasi programmazione rispetto al personale medico”. Nell’ambito della partita finanziaria “la Regione Campania è quella che riceve la quota minore in Italia, nonostante il n piccolo recupero fatto lo scorso anno, quando siamo riusciti a fare assumere al Ministero della Salute i tre criteri che dovrebbero essere alla base del riparto”.

“Siamo in una situazione drammatica: i nostri dirigenti Asl e delle strutture ospedaliere fanno i conti con situazioni al limite della governabilità. Per capirci, non si riescono a fare i turni nei pronto soccorso”. A parlare ieri è stato Vincenzo De Luca. Il governatore della Regione Campania è intervenuto nel corso dell’iniziativa ‘La sanità italiana: omogeneità e differenziazione’ e parlando della situazione finanziaria ha evidenziato che a suo parere in questi anni “è mancata qualsiasi programmazione rispetto al personale medico. Nell'ambito della partita finanziaria, si inserisce il riparto del fondo sanitario nazionale, che è uno scandalo in questo Paese”.

De Luca ha poi sottolineato come in termini di finanziamenti “la Regione Campania è quella che riceve la quota minore in Italia, nonostante ci sia stato un piccolo recupero fatto lo scorso anno, quando siamo riusciti a fare assumere al Ministero della Salute i tre criteri che dovrebbero essere alla base del riparto. Fino ad allora si seguiva un solo criterio: l’età anagrafica. Essendo la Campania la regione più giovane, noi siamo stati rapinati di 250-300 milioni di euro rispetto alla media nazionale. Per capirci 60 euro pro capite in meno rispetto all’Emilia Romagna, 40 in meno di Veneto e Lombardia”.

Ricorda che su quest’aspetto la Regione ha presentato ricorso al Tar del Lazio: “Dopo il favorevole pronunciamento del Tar, sono state presi in considerazione gli altri due criteri: aspettativa di vita e deprivazione sociale, povertà per intenderci. L’allora ministro della Salute, che Dio lo abbia in gloria, cosa ha detto: ‘Visto che il Tar ci impone tre criteri, noi stabiliamo che il riparto si fa per il 99% sulla spesa storica e per lo 0,5 e 0,5 su aspettativa di vita e deprivazione sociale'. Non ci fosse stato il codice penale, avrei adottato le armi per rispondere a questa cosa. Abbiamo ricevuto lo 0,75 e lo 0,75 in più: da indignarsi. Per oltre un decennio noi abbiamo perso 7 miliardi di euro”.

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