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Lunedì 13 NOVEMBRE 2023
Carceri. Regimenti (Ass. Sicurezza): “Portare struttura medicina protetta del Pertini all’interno dell’ospedale”

"Credo, inoltre, sia arrivato il momento di riconoscere lo status di sede disagiata alle carceri in modo da incentivare i sanitari a sceglierle come luoghi di servizio. I sanitari che lavorano con i detenuti sono spesso oggetto di violenze, verbali e fisiche, e operano in condizioni non semplici. È giusto riconoscere le giuste aspettative economiche e di carriera di chi affronta il disagio di curare la popolazione carceraria", così l'Assessore al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali della Regione.

"Vogliamo mettere nelle migliori condizioni di lavoro medici, operatori sanitari e agenti di polizia penitenziaria che lavorano presso la Struttura Complessa di medicina Protetta dell’Ospedale Sandro Pertini. Per questo oggi abbiamo discusso con il Direttore dell’Ospedale Sandro Pertini, Cristiana Bianchini, il Direttore della UOC, Samuela Beccaria, il Direttore sanitario della Asl Roma 2, Giuseppe Gambale, il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasia, e rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del progetto di spostare il reparto, oggi in un’area adiacente ma esterna al nosocomio, all’interno del corpo centrale dell’ospedale".

Così Luisa Regimenti, Assessore al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali della Regione Lazio, nel corso di una visita presso la Struttura Complessa di medicina Protetta dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma.

"Spostare all’interno del corpo centrale la Struttura – aggiunge Regimenti - permetterebbe di ottimizzare il lavoro di medici e operatori sanitari, facilitando la gestione multidisciplinare dei pazienti e il confronto con gli altri colleghi, e di semplificare il lavoro della Polizia penitenziaria oggi costretta ad effettuare il piantonamento in ospedale dei pazienti sottraendo personale alla struttura di Medicina protetta. In questo modo aiutiamo il personale a lavorare meglio e a garantire la migliore assistenza possibile già oggi caratterizzata da alto senso di umanità e grande professionalità".

"Nel corso della visita – continua l’Assessore - ho voluto ringraziare tutti gli operatori sanitari e gli agenti di Polizia penitenziaria che operano spesso in condizioni non semplici ma che svolgono un servizio essenziale per garantire ai detenuti il diritto alle cure. La Regione Lazio non farà mancare loro sostegno e supporto".

"Credo, inoltre, sia arrivato il momento di riconoscere lo status di sede disagiata alle carceri in modo da incentivare i sanitari a sceglierle come luoghi di servizio. I sanitari che lavorano con i detenuti sono spesso oggetto di violenze, verbali e fisiche, e operano in condizioni non semplici. È giusto riconoscere le giuste aspettative economiche e di carriera di chi affronta il disagio di curare la popolazione carceraria", conclude.

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