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Martedì 14 NOVEMBRE 2023
Manovra. Nursind: “Sciopero confermato, su pensioni proposte governo irricevibili”

Il sindacato degli infermieri: “La rigidità del Mef e del ministero del Lavoro sulle pensioni, infatti, non ci lasciano alternativa: nessun passo indietro, lo sciopero nazionale di venerdì 17 novembre è confermato. Non solo, ma non escludiamo di reiterare le proteste fino a che il governo non prenderà atto della gravità delle scelte che sta mettendo in atto”.

“La grande disponibilità al confronto e l’attenzione alle istanze degli infermieri da parte del ministro della Salute, Orazio Schillaci, non cambiano purtroppo la realtà delle cose. La rigidità del Mef e del ministero del Lavoro sulle pensioni, infatti, non ci lasciano alternativa: nessun passo indietro, lo sciopero nazionale di venerdì 17 novembre è confermato. Non solo, ma non escludiamo di reiterare le proteste fino a che il governo non prenderà atto della gravità delle scelte che sta mettendo in atto”. A dirlo è il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, che ieri, insieme a una delegazione del sindacato, ha incontrato il titolare del ministero di Lungotevere Ripa.

“Entrambe le proposte ventilate al tavolo per noi sono irricevibili. Chiediamo la revoca dell’articolo 33 della manovra che riguarda appunto il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, perché non si stravolgono con un colpo d’accetta i diritti previsti dalle norme attuali, a maggior ragione andando a penalizzare una categoria in sofferenza come quella degli infermieri - continua Bottega -. Come abbiamo spiegato al ministro Schillaci, l’ipotesi di applicare il ricalcolo alle sole pensioni anticipate, escludendo quelle di vecchiaia, andrebbe ad avvantaggiare sì i medici, ma creando una forte discriminazione con gli infermieri. Davvero è questo che vuole il governo?».

Bocciata anche la seconda ipotesi di lavoro e cioè quella di un rinvio triennale dell’applicazione della norma contenuta in manovra: «Significa solo spostare il problema al 2027- incalza Bottega -. Senza considerare che, a conti fatti, si tradurrebbe eventualmente in una salvaguardia di chi subisce oggi meno penalizzazioni. Tra tre anni, infatti, iniziano a maturare i requisiti di pensione gli infermieri per i quali il taglio sarebbe più corposo”.

“Venerdì nelle piazze italiane – conclude il segretario Nursind - porteremo tutto il nostro disagio, certi di poter contare sul supporto dei cittadini che hanno compreso bene la posta in gioco e sono spaventati all’idea di ritrovarsi davanti un Ssn sempre più sguarnito di infermieri. Un problema che, evidentemente, non pare sfiorare questo governo”.

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