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Venerdì 09 NOVEMBRE 2012
Crisi e diritto alla salute



Gentile Direttore,
è possibile curarsi oggi in un Paese che deve conciliare austerità e diritto alla salute? In tutta Europa è un susseguirsi di iniziative per comprendere quanto la crisi economica e finanziaria possa incidere sulla salute dei cittadini. Le fasce sociali più deboli e i malati non autosufficienti sono angosciati dalla paura di non poter permettersi le cure e l'assistenza.

Una recente indagine della Società italiana di medicina generale , dei ricercatori del Ceis-Università Tor Vergata , dell'Adusbef e di Federconsumatori, stima che circa 9 milioni di italiani non si curano per colpa della crisi economica. Nonostante che il nostro Servizio Sanitario Nazionale ( Ssn )sia universalistico, tante persone non riescono ad accedere a prestazioni diagnostiche specialistiche, potendosi impoverire ancor più,a fronte di un impatto catastrofico di spese impreviste.

Anche in Italia la “spending review” si giustifica quale strumento di lavoro ma, per quanto riguarda l’assistenza socio- sanitaria , i margini di azione risultano molto limitati. Certo,non si possono tagliare solo i servizi e spostare,di conseguenza,una quota di spesa sui bilanci familiari, ad esempio aumentando i ticket o decidendo che l’assistenza farmaceutica e specialistica escono dal Ssn. Nel mentre la spesa sanitaria in Italia è entrata in una fase recessiva: si è passati da un tasso di crescita medio annuo del 6% nel periodo 2000-2007 ad un tasso del 2,7% nel triennio 2008-2011.

Tuttavia, qualsiasi “fiscal compact “o “spending review” non dovrebbero essere prioritari al rispetto del diritto alla salute ;nel contempo la tutela di questi diritti necessita ,specie nell’attuale situazione, di un urgente , ma non frettoloso e indiscriminato, riordino delle inefficienze e degli sprechi dell'amministrazione pubblica .

Va sottolineato, comunque,che l'etica dei tagli e l'etica di evitare gli sprechi siano fra loro complementari e non competitive. La condizione dell'uomo in rapporto alla scienza applicata, cosiddetta “invasione tecnologica” in Medicina, tra l'altro, alla qualità e alla durata della vita, impone sul piano socio-politico l'assunzione di responsabilità tali da definire assetti giuridico-comportamentali che saranno a fondamento delle nuove legislazioni in molti campi.

La sanità italiana è, negli ultimi tempi, guidata dall’economia. E’ ora di decidere sullo Stato Sociale: è una risorsa o rappresenta un grande peso? Si dovrebbe richiamare l’attenzione sull’importanza della protezione sociale di base per tutti i cittadini e sul’organizzazione ed efficienza dei servizi. In Italia , si è forse perso quel senso di solidarietà a favore di interessi individuali. Bisogna trovare risposte politiche per far ripartire lo spirito sociale.

La sostenibilità dell’attuale Sistema sanitario solidale può essere salvaguardata solo dalla solidarietà nazionale.

Grazie dell'attenzione, saluti cordiali

Giovanni Savignano
autore de "L'anopheles"  e "Codice Rosso"
 

 

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