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Un’assistenza a macchia di leopardo e un Nord che corre rispetto al resto dell’Italia: per le persone con demenza nascere in una Regione piuttosto che in un’altra può fare la differenza. Sono questi alcuni dei risultati delle attività realizzate dall’Osservatorio Demenze dell’Iss nell’ambito del Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023, presentati durante un Convegno in corso all’Istituto Superiore di Sanità fino a domani. Il Convegno è stato anche l’occasione per presentare le linee guida “Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment” - le prime, sulla tematica, ad essere pubblicate dal nostro Paese. Secondo un recente studio, hanno ricordato gli esperti durante il convegno, in Italia i costi complessivi sostenuti per le demenze sono stimati in 23 miliardi di euro, di cui il 63% a carico dei familiari (Fonte: Università degli studi di Tor Vergata. Cost of illness della demenza in Italia e cost-consequences analysis). “Le demenze sono un tema di salute pubblica molto importante, il cui impatto è destinato a crescere nel futuro, e coinvolge attualmente anche circa 4 milioni di familiari oltre ai pazienti – afferma il presidente dell’Iss Rocco Bellantone – questo lavoro ha cercato di entrare nel dettaglio dei contesti locali restituendo report specifici a ogni singola regione. Questa è la direzione, camminare insieme cercando di armonizzare le realtà regionali per uniformare e garantire i servizi a livello nazionale”. Il fondo ha messo a disposizione alle Regioni e Provincie autonome (Pa) un finanziamento pari a 14 milioni e 100mila euro, ed un finanziamento di 900mila euro all’Iss. Agli enti territoriali è stato richiesto di intraprendere la proposizione di una o più azioni progettuali (diagnosi precoce, diagnosi tempestiva, telemedicina, tele-riabilitazione e trattamenti psicoeducativi, di stimolazione cognitiva e di supporto ai caregiver). L’Osservatorio Demenze dell’Iss, oltre a coordinare le attività a livello nazionale, ha realizzato una serie di attività. Ecco alcuni dei risultati principali Analoghe differenze sono riscontrate sugli orari di apertura delle strutture (in media, 18 ore a settimana al Nord, 13 al centro e 11 al Sud e nelle isole), sugli esami diagnostici offerti (es: la PET amiloidea è disponibile maggiormente al Nord (70,3%), con valori più bassi al centro (64,6%) e al Sud e isole (63,3); sull’applicazione delle batterie neurologiche somministrate (ad es: la Frontal assessment Battery -FAB è applicata nell’85,6% delle strutture al Nord, nel 14,6% al centro e il 12% al Sud e isole. La bassa percentuale di adesione alla survey da parte dei Cd (45,6%) e delle Rsa (48,8%) manifesta la necessità di rinsaldare un dialogo costruttivo fra queste strutture e le Regioni. Per i CD, i dati emersi hanno comunque riportato una realtà con forti differenze fra Nord, centro e Sud, in merito a più aspetti, come ad esempio, la natura privata convenzionata piuttosto che pubblica della struttura (strutture pubbliche nella percentuale del 2,3% al Nord, del 32% al centro e del 22,4% al Sud e isole), i tempi di attesa per l’inserimento del paziente (inferiore a 3 mesi nel 65,9% dei casi al Nord, nel 54,4% al centro e nel 85,7% al Sud e isole). Le figure professionali presenti (nelle strutture del Sud e isole è più frequente la presenza di figure mediche (neurologo, geriatra e psichiatra), dello psicologo, dell’assistente sociale e dell’educatore rispetto alle altre aree. Per quanto riguarda le RSA, la maggioranza (71,6%) delle strutture è una residenza sanitaria assistenziale e il 28,4% è una residenza socio-sanitaria. Queste ultime sono localizzate maggiormente al Nord (30,1%) rispetto al centro (24,2%) e al Sud (26%). Anche per le Rsa, sono state riscontrate differenze fra Nord, centro e Sud sia sulla natura della struttura (pubblica o privata/convenzionata) che sui livelli delle prestazioni erogate. Il motivo principale per l’inserimento in queste strutture è risultato essere la perdita di autonomia del paziente, seguito dalla difficoltà di gestione dei disturbi comportamentali e l’insufficienza del supporto sociale. Si stima che il 39,5% dei casi di demenza siano attribuibili a 11 fattori di rischio modificabili (basso livello di istruzione, deficit uditivi, ipertensione, consumo di alcol, obesità, fumo, depressione, isolamento sociale, inattività fisica, diabete mellito, inquinamento atmosferico); la quota di casi di demenza, è calcolata sia complessivamente che in relazione a ciascuno degli 11 fattori di rischio, è stata stimata sia a livello nazionale che per singola Regione e Provincia autonoma. I dati hanno mostrato una rilevante disomogeneità fra le Regioni; dalla quota della Campania, pari al 47%, a quella del 30% del Piemonte.
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Lunedì 22 GENNAIO 2024
Demenze. Pesano le forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici e centri aperti più a lungo. Presentate le prime Linee guida. I dati Iss
Dall’indagine è emersa una grande disomogeneità fra i territori del Nord, Centro e Sud e isole. Solo per citare alcuni dati, la quota di Cdcd con applicazione di un Pdta raggiunge quote molto basse nei territori del Sud e isole (con il 27,1%), con un incremento al centro (48,8%) e valori più alti al Nord (68,8%). Questo il quadro tratteggiato dai risultati delle attività realizzate dall’Osservatorio Demenze dell’Iss nell’ambito del Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023, presentati durante un convegno all’Iss. Bellantone: “Lavoriamo per armonizzare i servizi a livello nazionale” IL REPORT
In Italia i servizi sono infatti distribuiti in modo disomogeneo, quanto a offerta delle strutture per area territoriale e numero di residenti, orari di apertura, figure professionali impegnate.
Il risultato? Il Nord Italia si stacca in quanto a sviluppo ed efficienza dalle realtà del Centro e Sud Italia e isole. E così, a livello nazionale, la valutazione dei servizi si attesta su giudizi negativi e molto negativi per il 45% dei familiari.
Il Fondo per l’Alzheimer e le demenze
Il Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023 è stato il primo finanziamento pubblico sulle demenze in Italia e ha rappresentato, dopo il Progetto Cronos e la pubblicazione del Piano Nazionale delle Demenze (Pnd), la più grande operazione di sanità pubblica su questo tema, ricorda l’Iss..
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