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Mercoledì 21 NOVEMBRE 2012
Infermiere esperto. “Una mancanza che demotiva i professionisti”



Gentile Direttore,
un rapido contributo alla lettera del collega Castellano Spadone sul mancato riconoscimento delle competenze esperte infermieristiche che puntualmente la Sua rivista pubblica col commento del Dottor Proia. Questa mancanza fa molto male alla motivazione della nostra, e delle altre professioni sanitarie, che puntualmente ogni anno partecipano a Master in Università con sacrifici anche - e non solo - economici.

Eppure, pochi lo ricordano, la Legge 43 del 1.2.2006 già aveva previsto un livello ''dedicato'' a chi estende le proprie competenze ''di base''. Infatti, l'art 6 di questa legge colloca i professionisti sanitari italiani(dunque non soltanto gli Infermieri) in quattro distinti livelli definiti con le lettere a), b), c), d): alla lettera 'a' corrisponde il livello ''di base''; alla lettera 'b' quello di coordinamento;quello del ''professionista specialista in possesso del master di primo livello per le funzioni specialistiche...'' è indicato alla lettera 'c';infine alla lettera 'd' quello dei dirigenti (chi ha acquisito la specialistica).

Questa Legge ha visto due passaggi ormai compiuti: il primo riguarda le funzioni di coordinatore,che sono ormai pressochè dappertutto assegnate nel rispetto dei dettati della 43/06 (è dunque necessario avere o il master in coordinamento, o il vecchio titolo di AFD- abilitato alle funzioni direttive); il secondo fa estrema chiarezza (all'art 2 c.3) sull'obbligo di iscrizione agli Albi professionali, per le professioni organizzate in Ordine/Collegio, anche se si è dipendenti pubblici.

Ma purtroppo la Legge 43/2006 non ha visto una sua completa applicazione:l'art 4 (trasformazione dei Collegi in Ordini) non è mai stata concretizzata dai vari Governi di destra, di sinistra, o tecnici che si sono succeduti nel periodo; e un ''travaso'' dei quattro livelli citati nei contratti collettivi di lavoro (o almeno decentrati!) non è mai stato recepito.

Questo passaggio(l'inserimento in differenti livelli)avrebbe potuto avere un ritorno economico ancorchè modesto, ed avrebbe certamente fatto un gran bene alle motivazioni di tutti quei professionisti sanitari che in questi anni hanno maturato (a loro spese) competenze specialistiche, a vantaggio dell'utenza, del servizio, del datore di lavoro, pubblico o privato.

Come già indicato in altre lettere, il fatto che il nostro Parlamento sia saturo di Medici e privo di Infermieri o altri professionisti sanitari non è sicuramente estraneo a questa situazione.

Infine, un sincero e assolutamente forte ''grazie'', ancora una volta, per la competente e intensa attenzione alle tematiche professionali di questa categoria.

Cordialmente.

Francesco Falli
Presidente Collegio Ipasvi la Spezia

 

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