quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 05 APRILE 2024
Policlinico Federico II di Napoli: Svolta storica, entro tre anni aprirà il PS. Intervista a Maria Triassi

Via libera al nuovo protocollo d’intesa Università-Regione scaduto nel 2019. Il direttore del dipartimento di Sanità pubblica del Policlinico, lascia la presidenza della Scuola di medicina dopo avere raggiunto il primo obiettivo assunto 4 anni fa: “L’auspicio è che questa grande struttura diventi sempre di più un Polo di eccellenza per la Sanità campana e per la formazione medica e dei professionisti sanitari”.

Svolta storica per il destino futuro del Policlinico collinare di Napoli (Ateneo Federico II): la giunta regionale campana, nella seduta dell’esecutivo di palazzo Santa Lucia del 3 aprile scorso, ha fatto scattare il disco verde all’intesa triennale con l’Università. Il provvedimento, immediatamente operativo con la pubblicazione, lunedì8 aprile, sul bollettino regionale, ridefinisce gli assetti, le regole, la missione e i programmi futuri di sviluppo triennale che, per la prima volta dal 1999, puntano all’attuazione del modello unico di azienda integrata ospedaliero-universitaria mettendo fine, dunque, a una interminabile stagione di sperimentazione. Un limbo ora messo alle spalle all’insegna della piena integrazione delle attività di ricerca, didattica e di assistenza e al rilancio che passa per nuove assunzioni e l’apertura di un pronto soccorso vero completo per tutte le discipline e ad accesso diretto.

Un traguardo su cui hanno lavorato ventre a terra, negli ultimi anni, la past president della Scuola di Medicina e attuale direttore di dipartimento Maria Triassi e il direttore generale Giuseppe Longo. Un lavoro che è servito anche a fugare gli ultimi scetticismi del mondo accademico e anche a convincere il presidente della Regione Vincenzo De Luca, della bontà di questa svolta e l’irrinunciabilità di questo approdo, sia per garantire una formazione adeguata alle nuove leve di medici e operatori sanitari, sia per qualificare l’assistenza sanitaria della Campania. Quest’ultima, dopo dieci anni di tribolazioni per il piano di rientro, dopo aver consolidato il pareggio di bilancio raggiunto nel 2013 e il superamento del commissariamento nel 2019, punta ora a una generale riqualificazione dei livelli di assistenza e i policlinici sono parte viva di questo nuovo programma. L’intesa siglata dalla Regione e dal rettore Matteo Lorito, dopo i passaggi in Consiglio di Facoltà curati da Giovanni Esposito e in Senato Accademico, passa ora alla fase attuativa del manager dell’azienda ospedaliera Giuseppe Longo che è già al lavoro per la stesura dell’atto aziendale su cui lavoro un gruppo dedicato.

Maria Triassi, direttore del dipartimento assistenzale di Sanità pubblica e farmacologia del Policlinico Federico II, lascia la presidenza della Scuola di medicina nella consapevolezza di aver raggiunto il primo obiettivo assunto dal suo programma quattro anni orsono.

Il pronto soccorso al Policlinico Federico II si farà: sembrava un obiettivo irrealizzabile. Lei è stata sempre una convinta assertrice di questa inderogabile necessità. Per quale motivo?
Appena insediatami alla presidenza della Scuola di Medicina compresi subito che senza una grande area dell’emergenza e urgenza ad accesso diretto questa grande struttura ospedaliera, articolata su 21 padiglioni, era destinata ad una lenta ed inesorabile agonia.
Gli accorpamenti effettuati durante l’emergenza Covid hanno evidenziato in maniera ancora più forte questa necessità.

Con il vecchio protocollo d’intesa Università-Regione che riproponeva la formula della gestione diretta, la Regione poteva garantire un turnover del personale del 25%. Quanto ha inciso questo assetto obsoleto?
Ha provocato una vera e propria voragine in termini di carenze di medici, infermieri, Oss, Tecnici di laboratorio e delle altre figure professionali sanitarie, necessarie non solo a garantire l’assistenza ma anche la sostenibilità della didattica dei Corsi di laurea e delle Scuole di specializzazione.

Il perdurare dell’assenza di un Pronto soccorso quali conseguenze avrebbe avuto?
Avrebbe significato la chiusura delle 18 Scuole di specializzazione incidendo anche sui Corsi di laurea in quanto, per le nuove regole dettate dal Ministero, per tenere aperti i Corsi di laurea sono necessari volumi di attività e un numero di posti letto che senza l’emergenza non sarebbe possibile garantire.

Ci sono state resistenze nel mondo accademico al raggiungimento di questo approdo?
i sono state resistenze nel mondo accademico al raggiungimento di questo approdo?
Assolutamente no. In verità da anni il corpo docente della Scuola di medicina era compatto intorno alla necessità di questa evoluzione ma soprattutto gli studenti hanno sempre sostenuto la necessità del cambiamento epocale per la Scuola di medicina e i Livelli di assistenza in Campania. Il prof. Esposito proseguirà senz’altro nella la stessa linea della scuola di Medicina.

E il presidente della Regione Vincenzo De Luca?
Inizialmente era scettico, poi si è convinto della bontà di questa soluzione. Ha contato anche la lungimiranza del Magnifico Rettore Prof. Matteo Lorito che ha fortemente sostenuto questo cambiamento che, senza il suo apporto, non sarebbe stato possibile raggiungere.

Cosa cambia ora?
Il passaggio ad Azienda regionale unica, che poi è l’inevitabile approdo organizzativo dettato dalla legislazione vigente, consentirà un maggiore investimento della Regione su questa grande struttura cittadella della Salute in cui lavorano 4 mila addetti e che dovrà assumere personale per circa 800 unità al netto dei tetti di spesa ancora vincolanti per la Campania. C’è bisogno non solo di assunzioni adeguate al mantenimento degli standard assistenziali richiesti ma anche di manutenzione ordinaria e straordinaria e di ammodernamenti tecnologici. L’auspicio è che questa grande struttura diventi sempre di più un Polo di eccellenza per la Sanità campana e per la formazione medica e dei professionisti sanitari, offrendo ai cittadini quei servizi di cui c’è grande necessità, in particolare per il pronto soccorso e per tirare il freno alla migrazione sanitaria.

Ettore Mautone

© RIPRODUZIONE RISERVATA