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Giovedì 11 APRILE 2024
Una tesi sperimentale per la Internal Care Unit (ICU) di Lamezia

Struttura assistenziale di elevata intensità, ha anche sviluppato un software di sicurezza del percorso informatizzato del farmaco. Varacalli (Federsanità Anci): “Può assicurare una assistenza sanitaria puntuale e una riduzione significativa della mortalità , oltre che dare un senso di maggiore di sicurezza della cura”. Mancuso: “Strutture che consentono di migliorare l’assistenza, di ridurre la pressione sulle terapie intensive e i costi di assistenza”.

La ICU (Internal Care Unit) di Lamezia Terme, struttura assistenziale di elevata intensità della Struttura Complessa di Medicina Interna, è oggetto di una tesi sperimentale che sarà discussa il prossimo mese di maggio presso la Scuola di Socializzazione in Medicina Interna dell’Universita di Catanzaro.

La Medicina Interna gestisce in Italia il 25% di pazienti complessi con multipatologie, pazienti che anche per la più alta età sono caratterizzati da patologie più evolute con interessamento multiorgano. Questi pazienti che in passato afferivano nei reparti intensivi, trovano una collocazione naturale all’interno dei reparti di specialità internistica dove la competenza specialistica è tipica del percorso formativo universitario.

Le situazioni cliniche più comuni di questo setting assistenziale sono il coma metabolico, le alterazioni dell’equilibrio acido-base complesse, la encefalopatia epatica, lo scompenso cardiaco IV classe NYHA, la sepsi, l’ictus cerebrale, la insufficienza respiratoria.
La struttura di Lamezia. possiede tutti i requisiti strutturali tipici dei reparti ad alta intensità come la pressione negativa, il monitoraggio continuo dei parametri vitali, la ventilazione meccanica, la espansione polmonare assistita, nonché sistemi di infusione farmacologica continua, sistemi di assistenza antidecubito avanzati, la mobilizzazione passiva, superfici elettrostatiche e tutti gli strumenti diagnostici di supporto sia ecografici che emogasaalitici.

L’ICU ha anche sviluppato un software di sicurezza del percorso informatizzato del farmaco di cui ha la proprietà intellettuale. “Ritengo possa essere un investimento importante, perché può assicurare una assistenza sanitaria puntuale e dunque una riduzione significativa della mortalità di tanti pazienti, ma anche perché può dare alla collettività un senso di maggiore di sicurezza della cura adeguata a portata di mano, fattore psicologico importantissimo” dice Giuseppe Varacalli presidente di Federsanità ANCI Calabria.

Il Direttore della Struttura Prof Gerardo Mancuso che è Vice Presidente della Società Italiana di Medicina Interna ha voluto fortemente la struttura con queste specifiche caratteristiche e con il Consiglio Direttivo si è speso al Ministero della Salute per un riconoscimento e per l’attribuzione di un codice di identificazione assistenziale ospedaliero specifico. “Queste strutture – dice Mancuso - consentiranno di migliorare l’assistenza dei pazienti, di ridurre la pressione sulle terapie intensive e di ridurre i costi ospedalieri di assistenza”.

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