quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 28 NOVEMBRE 2012
Con il Fascicolo Sanitario e la ricetta elettronica possibili risparmi fino a 6 miliardi

Secondo le stime solo con l’adozione del FSE si potrebbero risparmiare dai 3 ai 5 miliardi di euro, mentre dalla utilizzo della ricetta elettronica ci potrebbe esse una spesa inferiore fino a 1 miliardo di euro all’anno grazie alla riduzione di abusi, errori materiali e d’uso nelle prescrizioni

L’istituzione del FSE presso le regioni e le province autonome consente di aggregare le informazioni presenti non soltanto per le finalità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche per scopi di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; infine, l’impiego dei dati disponibili per le finalità di programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria potrà concorrere alla riduzione dei costi ed al contenimento della spesa sanitaria, nell’ottica generale di un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi erogati, sia per i cittadini che gli operatori sanitari.

Le finalità sono perseguite nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali. Ad oggi la situazione sul territorio è ancora frammentata, ma soluzioni di fascicolo sanitario elettronico sono già state realizzate o sono in fase di realizzazione presso varie regioni e province autonome anche grazie a progetti finanziati e coordinati a livello nazionale, interregionale ed europeo. Le infrastrutture sono in larga parte già disponibili, gli operatori concordano sull’iniziativa; le Regioni e il Governo ne riconoscono la valenza strategica e hanno già inserito il FSE rispettivamente  nel Piano eGov 2010 della “Conferenza delle regioni e province autonome” e nel Piano eGov 2012 del Governo.

Il progetto congiunto Infrastruttura tecnologica del Fascicolo Sanitario Elettronico (InFSE) tra il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Dipartimento ICT del Consiglio Nazionale delle Ricerche (2010-2011) ha avuto l'obiettivo di elaborare un insieme di linee guida di riferimento per l'implementazione di un'infrastruttura tecnologica del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) del cittadino, condivisa a livello nazionale ed allineata allo scenario europeo, in grado di permettere a tutti gli attori del Servizio Sanitario Nazionale autorizzati e ai cittadini stessi di accedere ai documenti socio-sanitari di loro competenza, ovunque essi siano localizzati. Le linee guida per l’interoperabilità sono state approvate dal Tavolo della Sanità Elettronica costituito presso il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e supportano l'attuazione delle "Linee guida sul fascicolo sanitario elettronico", promosse dal Ministero della Salute e approvate in Conferenza Stato Regioni il 10 febbraio 2011.

A seguito della realizzazione del rilascio delle citate specifiche InFSE il Dipartimento per la Digitalizzazione della PA e l’Innovazione Tecnologica ed il Dipartimento ICT del CNR hanno dato vita ad un ulteriore progetto congiunto,OpenInFSE, (2011-2012) che ha avuto tra gli obiettivi principali la realizzazione di una suite open source delle componenti software InFSE  da rendere  disponibili alle regioni/province autonome sia singolarmente che nell’ambito di progetti di interoperabilità. Inoltre, OpenInFSE ha realizzato un primo nucleo stabile di infrastruttura interregionale che ha coinvolto le Regioni Calabria, Campania e Piemonte per l’interscambio di alcuni documenti di fascicolo, in particolare il Patient Summary e i referti di laboratorio.
Le specifiche per l’interoperabilità sono state inoltre adottate dal progetto IPSE per l'interoperabilità nazionale ed europea delle soluzioni regionali di FSE, a cui partecipano le regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Abruzzo, Molise, Umbria, Sardegna e la Provincia Autonoma di Trento. Nel luglio 2012, sempre al Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stata affidata una terza ed ultima tranche di progetto per l’evoluzione ed interoperabilità tecnologica del fascicolo sanitario elettronico” con l’obbiettivo di accompagnare le regioni dalla fase di sperimentazione alla fase a regime curando, in particolare, le problematiche di interoperabilità delle soluzioni adottate e di codifica dei dati clinici e di laboratorio. Una stima conservativa dei risparmi potenziali ottenibili con l’introduzione del FSE per ogni cittadino si attesta tra il 3% ed il 5% della spesa sanitaria pubblica – tra i 3 ed i 5 miliardi di euro annui (Dati normalizzati derivanti dall’applicazione del FSE in Canada - eHealth Infoway - e da sperimentazioni realizzate in alcune regioni italiane).
 
Il procedimento di dematerializzazione della ricetta cartacea già disciplinato dal decreto 2 novembre 2011 del Ministero dell’economia e delle finanze e del ministero della salute, attuativo dell’articolo 11, comma 16, del decreto legge 31 maggio 2010 n. 78, convertito, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 30 luglio 2010, n. 122, prevedendo che le regioni provvedano alla graduale sostituzione delle ricette cartacee per almeno il 60% nell’anno 2013, l’80% nell’anno 2014, il 90% nel ‘anno 2015. In tali termini, questa disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Nel 2008 le ricette sono state circa 550 milioni (Fonte Federfarma) Considerando un risparmio compreso tra 1 e 1,5 euro per ricetta (derivante dall’abolizione di costi di stampa e di consegna dei moduli ai medici prescrittori, nonché dei costi di stampa, trasmissione e archiviazione delle ricette generate), si ottiene un risparmio totale per difetto pari a circa 600 Meuro annui. In base a sperimentazioni effettuate in alcune regioni italiane, risulta che l’introduzione delle ricette digitali possa determinare una riduzione dell’ordine del 8-10% della spesa farmaceutica e specialistica a carico del SSN (quindi 1,2 – 1,5 Mld euro) imputabile ad abusi, errori materiali e d’uso delle prescrizioni, disallineamenti tra anagrafi, difficoltà nella verifica delle esenzioni, ecc.

La Lombardia ha avviato il Progetto Ricetta Digitale nel 2011. I risparmi, riferiti alla sola Regione Lombardia, sono stati stimati in circa 1 euro a ricetta, per un totale superiore ai 50 Meuro. La stima si riferisce esclusivamente ai risparmi derivanti dall’abolizione dell’intero ciclo della “ricetta rossa”. Si stima che la sostituzione delle prescrizioni cartacee con l’equivalente documento elettronico possa determinare a regime risparmi annui tra 1,7 e 2  miliardi di euro pari a poco meno del 2% della spesa SSN. Dati derivati da elaborazioni Confindustria basate sullo studio “Best Demonstrated Practice eHealth Impact”, commissionato dalla Commissione europea a Booz Allen Hamilton (2005). Le stime ottenute sono state confermate da alcuni casi di studio realizzati nelle regioni Campania, Piemonte e Marche. In particolare, oltre 600 milioni di euro di risparmi a seguito dell’eliminazione delle ricette cartacee e dei costi legati alla gestione dei relativi flussi. In aggiunta, stime sperimentali basate su rilevazioni/controlli a campione,  indicano che a seguito dell’  indotta e conseguente riduzione di abusi, errori materiali e d’uso nelle prescrizioni,  sarebbe possibile generare ulteriori risparmi annui a regime pari a oltre 1 miliardo di euro (pari cioè al 7-8% della spesa farmaceutica).
 
 
Prof. Roberto Guarasci
 
Unità di Ricerca presso Terzi (URT) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede Università della Calabria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA