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Giovedì 06 DICEMBRE 2012
Concorso farmacie. Quasi un gratta e vinci. E qualcuno ne approfitta

C’è chi fa supporre di potere condurre quei giovani (si fa per dire) farmacisti, cui l’attuale Governo ha promesso tanto e darà poco, dalle loro case e dalle loro parafarmacie per portarli nella farmacia desiderata chiavi in mano. Ma le cose non vanno sempre così...

Il maxiconcorso per le farmacie vacanti e di nuova istituzione sta conquistando il nastro di partenza in diverse regioni (Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, nel rispetto dell’ordine alfabetico).
 
Sono tante le aspettative in gioco e numerose le illusioni, spesso alimentate da organizzazioni in senso lato, venute fuori come i funghi. In lungo e in largo si contano iniziative da stadio tendenti a mettere insieme anche l’impossibile, senza tuttavia tenere conto del rischio cui si sottopongono gli spesso ignari aspiranti. Al riguardo, ognuno tenta il business attraverso, spesso improprie, forme associative o apparentemente solidali.
Insomma, i diversi concorsi al via in alcune regioni hanno assunto via via le vesti di un “gratta e vinci”, tant’è che si è insediata via internet una borsa dei titoli e dei titolati.
Sono parecchi i farmacisti divenuti chatter incalliti che si scrivono, si vedono e si promettono on-line di costituire gestioni concorsuali associate forti come gli incrociatori statunitensi, salvo poi accorgersi che è stato tutto un sogno facile a trasformarsi in profonde delusioni.
 
In proposito, saranno tante le sorprese che verranno fuori in relazione alle forme e alla disciplina delle gestioni associate, attesa la sottovalutazione che si dà ad una tale difficile situazione “contrattuale”, trattata soventemente con improvvisazione.
Ebbene, si ingenerano speranze nei giovani partecipanti senza renderli edotti della corretta valutazione di titoli dai medesimi posseduti. Un discorso iniziato da tempo con il proliferare di iniziative master, spesso a costi elevatissimi, fatte ad uso e consumo di chi aveva la bramosia di intercettare i titoli non posseduti. Poi c’è stato chi ha racimolato la seconda laurea impiegando tutto ciò che era possibile e anche oltre.
Fatto sta che ci troviamo oggi a scovare in ogni sito domestico ovvero informatico, rispettivamente, chi fa i propri conti e chi li fa per conto terzi, addirittura garantendo di tutto e di più, dal migliore algoritmo ai più aggiornati professionisti. Si mette a disposizione di tutto: dall’assistenza legale, a quella logistico-progettuale, fino ad arrivare a quella marketing e finanziaria. Insomma, c’è chi fa supporre di potere condurre quei giovani (si fa per dire) farmacisti, cui l’attuale Governo ha promesso tanto e darà poco, dalle loro case e dalle loro parafarmacie per portarli nella farmacia desiderata chiavi in mano.
 
Le cose non stanno così, fate salve, ovviamente, le dovute eccezioni. 
Imparino i giovani a conoscere se stessi e a fare uso corretto delle norme nonché a ricorrere a quei bravi consulenti disseminati nel Paese, garanti da sempre dei necessari saperi. Sappiano che gli anni di esercizio professionale maturato non si sommano oltre il tetto massimo. Allo stesso modo devono prendere coscienza che, anche in relazione ai titoli di studio e di carriera, non si va oltre il massimale previsto indicato per ogni tipologia di punteggio. Quindi, tre farmacisti con il massimo dell’esercizio professionale ciascuno avranno sempre 35 punti. Così come tre dottorati in ricerca varranno come uno; allo stesso modo di come una collezione di specializzazioni-borse di studio-master rendono attribuibili solo 2 punti complessivi (0.40x5). Tutto questo senza contare la estemporanea valutazione di quei “titoli” in cerca di autore, che nessuna commissione di concorso considererà mai.
 
A fronte di tutto questo, bisognerà mettere in inventario le numerose controversie amministrative (e non solo) che sono e saranno incardinate nei diversi TAR italiani. Una moltitudine di ricorsi (tanti sono già stati prodotti avverso i bandi di concorso fino ad oggi perfezionati) che tenderanno a sollecitare una più obiettiva ed equilibrata la valorizzazione dei titoli, a cominciare da quelli discrezionali, che dovrà essere, sempre e comunque, preventivamente determinata nella massima obiettività e nella ragionevolezza.
Al di là delle sollecitazioni e dei dubbi del buon padre di famiglia (che si occupa da tanto tempo di queste cose), il più sincero in bocca al lupo!
 
Prof. avv. Ettore Jorio
Diritto sanitario Università della Calabria

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