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Martedì 11 DICEMBRE 2012
Lotta all'Aids. Sulla penuria di risorse deve prevalere la volontà del "fare"



Gentile Direttore,
penso che nella personale crescita/formazione, oltre allo studio sia importante trovarsi al momento giusto, nel posto giusto, con le persone giuste. Sono giunta a questa riflessione dopo aver letto l’articolo inerente l’intervento del ministro Profumo e del senatore Marino, sullo spinoso argomento riguardante la lotta all’Aids.
 
Rammento quando questo fenomeno si manifestò prepotentemente nel nostro paese, una situazione davvero difficile da gestire, tenendo in considerazione che non vi erano presupposti scientifici tali per poter affrontare il problema con dati statistici conclamati. Un problema davvero non trasc urabile, impostare una linea di condotta sanitaria e preventiva da adottare, al Centro Raccolta Sangue ospedale Maggiore dove lavoravo.
L’allora ministro per la sanità non lasciò comunque un vuoto legislativo, emanando la legge 135/90 e un Decreto Ministeriale del 28 settembre 1990, che specificava i termine di riferi mento nelle linee guida da adottare in quello stato di emergenza. Da parte del nostro Centro encomiabile fu l’atteggiamento del nostro primario, dottor Antonio Zanini, che seppe organizzare la situazione in maniera efficace/efficiente, sapendo motivare e coinvolgere tutto il personale, medico e paramedico, per fronteggiare la situazione accettando costruttive considerazioni dettate dall’esperienze professionali a contatto di donatori e/o pazienti.
 
In sinergia a questi sforzi ci fu l’apporto dell’allora presidente nazionale dell’Arcigay Franco Grillini che, nonostante i pregiudizi e le contestazioni dei conservatori, non esitò a diffondere un’intensa campagna di prevenzione, rivolta ai giovani in materia di protezione nei rapporti sessuali e stili di vita.
Anche all’epoca, posso garantire, che le risorse economiche a disposizione del Servizio sanitario non erano certo abbondanti, ma le capacità di individui “validi”, al posto giusto ed al momento giusto, fanno la differenza.
 
Nadia Negri
Ospedale Maggiore Bologna
 

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