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Mercoledì 15 SETTEMBRE 2010
Eutanasia: Australia censura spot tv per chiedere una legge

Per l’ente di controllo della tv commerciale australiana è “promozione al suicidio”. Il gruppo pro-eutanasia Exit International, che ha prodotto il filmato, si difende: è libertà di parola e diritto a sollecitare riforme di legge.

“L’85% degli australiani è a favore dell’eutanasia volontaria. Il nostro Governo no”. Con questo messaggio termina lo spot televisivo creato dal gruppo australiano pro-eutanasia Exit International e censurato dall’ente di controllo della tv commerciale perché “promuove il suicidio”, che è un atto illegale.
Una vicenda che ha fatto il giro del mondo e riacceso il dibattito nel Paese dove, in parte e per un breve periodo, l’eutanasia è stata realtà. L’Australia, infatti, ha un ordinamento federale e nel 1996 approvò una legge sull’eutanasia poi revocata dal parlamento federale. Tre persone si sottoposero ad eutanasia in quel periodo. E gli interventi furono eseguiti dal dottor Philip Nitschke, direttore di Exit International, il gruppo promotore dello spot censurato. Il primo realizzato dopo anni di lotta per l’approvazione di una legge sull’eutanasia.

Nello spot (visibile a fondo pagina) un uomo dall’aria emaciata, seduto sul letto, parla della sua vita. E parla al Governo:
“La vita è tutta fatta di scelte. Ho scelto di andare all’università e studiare ingegneria. Mentre ero lì, ho deciso di godermi la vita. Ho deciso di sposare Tina e di avere due splendidi figli. Ho deciso di guidare una Ford. Ma non ho deciso di essere un malato terminale. Non ho deciso di morire di fame perché mangiare è diventato come ingoiare una lama di rasoio. E certamente non ho deciso di dover guardare la mia famiglia attraversare tutto questo. Io ho fatto la mia scelta. Ho solo bisogno che il Governo mi ascolti”.
E poi appare la frase: “L’85% degli australiani è a favore dell’eutanasia volontaria. Il nostro Governo no”.
“Oggi ci sono numerosi Paesi che hanno una legislazione sull’eutanasia”, ricorda Philip Nitschke, che sulla decisione dell’ente regolatore di fermare lo spot commenta: “In una società democratica, la libertà di promuovere la riforma di una legge è un diritto. In Australia, invece, ci viene negato qualsiasi confronto politico su una materia che è di grande importanza per la società”. Lo spot, intanto, resterà visibile sul sito ufficiale dell’associazione, www.exitinternational.net
 

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