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Venerdì 18 GENNAIO 2013
Depressione. Studio della Cattolica conferma la validità della scala di Berk 

Uno studio della Cattolica di Roma in collaborazione con le Università di Bari e Bologna conferma la validità della scala di Berk per la misurazione della depressione nei pazienti con disturbo bipolare. Lo strumento permette di riconoscere precocemente i casi più gravi di depressione per curarli al meglio.

La depressione è un disturbo molto diffuso, che può causare gravi conseguenze ed è caratterizzato da una complessità di sintomi che interessano le energie, lo stato d’animo (o umore), il pensiero (spesso orientato in senso autolesivo) e il fisico con i suoi ritmi fisiologici (sonno, appetito, sessualità). Esistono due tipi di depressione, unipolare e bipolare. Se la prima è ben conosciuta per la sua grande incidenza (il rischio stimato è del 15-17% e si calcola che in Italia ne soffrano 8 milioni di persone), è ancora poco diffusa la conoscenza del disturbo bipolare (circa il 2,5% della popolazione generale), patologia sicuramente non facile da diagnosticare né da curare. Chi ne soffre alterna momenti di benessere, periodi di depressione e periodi di espansione affettiva di maggiore o minore intensità. In un terzo dei casi sono presenti fasi in cui la persona è contemporaneamente depressa ed eccitata.
 
Uno studio di psichiatri dell’Università Cattolica di Roma in collaborazione con le università di Bari e Bologna ha confermato la validità della scala di Berk per la misurazione della depressione nei pazienti con disturbo bipolare ora tradotta in italiano, tale strumento permetterà di riconoscere precocemente i casi più gravi di depressione e curarli al meglio.
 
Per cercare di migliorare la comprensione della depressione bipolare, aiutando enormemente la ricerca scientifica in questo campo, un gruppo di psichiatri, coordinato Michael Berk dell’Università di Melbourne, ha redatto una specifica scala di valutazione, la Bipolar Depression Rating Scale (BDRS). Ora per merito di psichiatri coordinati da. Luigi Janiri, direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria dell’Università Cattolica di Roma, questa scala è stata “tradotta” per l’Italia con l’obiettivo di favorire l’esatto inquadramento diagnostico della depressione bipolare anche nel nostro Paese.
 
“Lo strumento – ha spiegato Angelo Bruschi, collaboratore di ricerca presso l’Istituto di Psichiatria e Psicologia della Cattolica di Roma e curatore dello studio – permette di valutare in maniera accurata il profilo dei pazienti depressi, includendo argomenti specifici per le caratteristiche miste e risultando molto sensibile a quegli elementi psicopatologici comunemente ritrovati nei pazienti bipolari, come l’ipersonnia o l’iperfagia”.
 
“Il nostro gruppo di ricerca, proprio in collaborazione con Berk e con le Università di Bari e Bologna – ha aggiunto Janiri – ha cercato di adattare questo strumento alla popolazione italiana, minimizzando l’impatto socio-culturale di uno strumento originariamente redatto per la popolazione di lingua inglese. Abbiamo così cercato di fornire ai clinici e alla comunità scientifica nazionale uno strumento utile per la più completa e corretta valutazione della sintomatologia depressiva dei pazienti bipolari”. 

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