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Sabato 26 GENNAIO 2013
Roma. Policlinico Gemelli. Il “chirurgo” robot in grado di fare 500 interventi l’anno

Nella squadra dei chirurghi dellUniversità Cattolica c’è anche un robot che contribuisce al buon esito di interventi complessi e all’avanguardia. La “macchina” lavora già da qualche mese con un’equipe multidisciplinare, ha effettuato più di 50 interventi e tutti con ottimi risultati.

Si chiama da Vinci ed è il robot che già da qualche mese collabora con un team di chirurghi del Gemelli di diverse specialità: chirurghi digestivi, chirurghi endocrini, urologi, ginecologi, chirurghi toraci e chirurghi epatobiliari. Il suo lavoro è affiancare la squadra dei chirurghi per contribuire al buon esito di interventi complessi e all’avanguardia. Per il momento il robot lavora quotidianamente in sala operatoria, ha già fatto circa 50 interventi e tutti con ottimi risultati, ma al Policlinico Gemelli l’obiettivo è di fargli fare 450-500 interventi chirurgici l’anno.
 
La maggioranza degli interventi finora effettuati sono stati isterectomie e prostatectomie radicali, surrenectomie, resezioni del retto, colposacropressie, colecistectomie, emicolectomie, pancreasectomie, bypass gastrico, timectomie. Farlo lavorare a pieno regime – spiegano dal Gemelli – significa garantire il massimo utilizzo di una “risorsa” altamente tecnologica, ma molto costosa.
 
 “Il robot è una tecnologia d’avanguardia, che consente di effettuare interventi chirurgici ad alta complessità con tecnica mininvasiva – spiega Giovanni Battista Doglietto, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica di Roma e Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche del Policlinico Gemelli -. L’acquisizione del robot-chirurgo, costato oltre 3 milioni di euro, è un ulteriore passo avanti che la Direzione generale del Policlinico Gemelli, di concerto con i clinici, ha deciso di fare per rafforzare e incrementare ulteriormente l’offerta assistenziale a beneficio dei pazienti che si rivolgono al nostro ospedale”.
 
In Italia sono circa 60 i centri (6 nel Lazio) che oggi dispongono del robot chirurgo: in molte di queste strutture, tuttavia, non viene utilizzato quotidianamente, soprattutto per motivi di budget.
Infatti il valore del rimborso del DRG per gli interventi chirurgici in cui il robot è impiegato non è attualmente adeguato ai costi della nuova tecnologia. “Il problema – fa sapere Doglietto – è che l’alta complessità di questo tipo di interventi non è riconosciuta dalla vigente normativa che regola la remunerazione delle prestazioni sanitarie”.
Ciò fa sì che la differenza tra la cifra rimborsata dalla Regione attraverso i DRG e la reale spesa sostenuta per l’uso del robot chirurgo, rimanga a carico dell’ospedale.
Le spese elevate di acquisto e manutenzione degli strumenti robotici aumentano di circa 2-3 volte il costo complessivo dell’intervento rispetto alla tecnica laparoscopica classica. In chirurgia robotica è anche per questo comunque importantissima la selezione dei pazienti e delle patologie da trattare con tale tecnica.
 
La chirurgia robotica, nonostante i costi maggiori, garantisce un ritorno molto alto in termini di outcome. “I vantaggi per il paziente sono per alcuni aspetti sovrapponibili a quelli della laparoscopia: cicatrici più piccole, degenze più brevi, migliore tempo di ripresa. In alcuni casi selezionati l’intervento con il robot offre un migliore risultato funzionale, in considerazione della maggiore accuratezza e precisione del gesto chirurgico - sottolinea Sergio Alfieri, Professore associato di Chirurgia generale all’Università Cattolica e responsabile dell’UOS Laparoscopia in Chirurgia Digestiva del Gemelli, nonché coordinatore del meeting -. Questo perché il robot offre al chirurgo una visione tridimensionale del campo operatorio, una maggiore accuratezza nella visione delle strutture più piccole e delicate, permettendo inoltre movimenti molti precisi e dando la possibilità di raggiungere sedi del corpo ‘scomode’ per la mano del chirurgo, perché si trovano in profondità. Nell’ambito della chirurgia digestiva, da quando abbiamo cominciato a utilizzare il robot, abbiamo eseguito alcuni interventi per i tumori del pancreas, per i tumori del colon-retto e per patologia gastrica”.

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