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Lunedì 28 GENNAIO 2013
Precariato. Troise: “Da Governo regolamenti punitivi e discriminazioni sui dipendenti pubblici”

In articulo mortis, il Governo ha emanato alcuni provvedimenti che penalizzano i precari del Ssn e il Segretario generale COSMeD lancia l’allarme: “Dalle proroghe escluso il personale precario di scuola, sanità e sicurezza. Basta pregiudizi su servizio pubblico”.

“Sul precariato, dopo aver annunciato la proroga dei contratti e l’apertura di un tavolo negoziale sulla materia, il Governo intende escludere dal provvedimento i precari della scuola, della sanità e del comparto sicurezza, limitandolo ai 15mila delle amministrazioni centrali. Si evita, così, di dare un inquadramento normativo e contrattuale ad un precariato che nel Servizio sanitario nazionale ricopre un ruolo fondamentale per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, in attesa da troppi anni di stabilizzazione”. A lanciare l’allarme, Costantino Troise, segretario generale COSMeD che fa riferimento ad una direttiva del ministero della Funzione Pubblica trasmessa all’Aran.
 
Ma il segretario incalza il Governo sul tema della defiscalizzazione del salario di produttività che “riguarderà solo i dipendenti del settore privato. Poco importa del deficit delle aziende sanitarie, delle lunghissime liste di attesa, dell’eguaglianza dei lavoratori di fronte al fisco, anche recentemente richiamata dalla Corte Costituzionale. Ancora una volta è prevalsa una politica punitiva nei confronti dei servizi pubblici e dei loro lavoratori.
 
Infine, aggiunge Troise “l’ennesimo codice di comportamento dei dipendenti pubblici prevede, per i dirigenti, oltre alla comunicazione all’Amministrazione delle partecipazioni azionarie e di altri interessi finanziari che possono determinare conflitti di interessi, l’obbligo di fornire ‘informazioni sulla propria situazione patrimoniale e tributaria’. Ci auguriamo che il Garante della privacy e la Conferenza Stato-Regioni cancellino questa norma iniqua in quanto esclusiva e discriminatoria”.
 
Per Troise, mentre si cerca di rassicurare gli evasori sugli effetti del redditometro, si continua ad alimentare un clima di sospetto nei confronti dei dipendenti pubblici meritevoli di speciali forme di sorveglianza. L’enfasi con cui si prescrive il divieto di ricevere regali del valore superiore a 100 euro fa il paio con l’inerzia di fronte al dilagare della corruzione politica e finanziaria nonché dell’evasione fiscale più sfacciata e impunita.
 
“È ora – ha concluso – di mettere fine a pregiudizi ideologici e discriminazioni contro il servizio pubblico e i suoi lavoratori pervicacemente alimentate anche dal Governo dei tecnici fino all’ultimo”. 

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