quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 28 GENNAIO 2013
Roma. Croce rossa. Cgil: “Fermati 42 presidi. Infermieri al lavoro per senso di responsabilità”

Il sindacato evidenzia come dal 15 gennaio il personale è al lavoro per senso di responsabilità e critica anche la scelta di affidare 18 postazioni a privati per 160 mila euro al mese. Bussone: “Se questo è il budget ritenuto necessario da Cr.i. per questo servizio, a cosa servivano allora il resto dei fondi, riconosciuti di recente per la gestione delle postazioni di soccorso?».

Non si ferma l’emergenza ambulanze nella Capitale. Dal 15 gennaio, informa la Fp Cgil Roma e Lazio, “le 42 postazioni Cri di Roma sono a rischio: il personale non è assicurato, non percepisce più alcun salario e resta al lavoro solo per senso di responsabilità. In concomitanza con una nuova protesta degli infermieri portantini, la Croce Rossa avrebbe infatti disdettato l’impegno del 2 agosto 2012 con Regione Lazio e Ares 118 per la gestione delle postazioni di soccorso a Roma. A casa tutti gli infermieri e il personale specializzato degli ex-presìdi Ares 118”. 
 
“Dopo la denuncia – prosegue la nota - di Corriere.it sui disservizi a bordo delle ambulanze e sul falso inquadramento del personale del soccorso - tra barellieri, autisti e infermieri, affidati da C.r.i. in sub-appaltato a Job Italia S.p.a, una società interinale, che li ha fatti assumere dalla C.s.f. Costruzioni di Milano, in violazione del divieto di sub-appalto (all'art. 5 del contratto di servizio era escluso) - la C.r.i. ha disdetto l’impegno con Ares 118 e non ha conferma l'inquadramento del proprio personale”.
 
“L’accordo del 31 luglio 2012 per 19,7 milioni di euro – spiega Sergio Bussone, sindacalista di Cgil Fp Roma e Lazio – comportava l’obbligo, per chi aveva appaltato il servizio delle 42 postazioni di non interrompere la continuità del soccorso, preso in carico con la sigla del 2 agosto 2012 tra Cr.i. e ARES 118 (obbligo dettato dal d.lgs n. 163/2006). Invece – prosegue il coordinatore Cgil Fp Roma e Lazio – dopo la denuncia di Corriere.it di dicembre, che ha rivelato il cattivo equipaggiamento delle ambulanze e il falso inquadramento del personale, «la C.r.i. ha disdetto l’impegno; e i contratti di tutto il personale infermieristico che scadevano il 15 gennaio non sono stati rinnovati». E’ seguita la comunicazione recapitata come «urgente» da Ares 118 alla dirigenza regionale della Pisana (protocollo 14 gennaio 2013 n. 166)”.
 
Gli infermieri ed il personale impiegato della società C.s.f. costruzioni di Milano, tramite l’agenzia interinale Job italia, sono ora a spasso dal 15 gennaio, ma continuano a lavorare per garantire continuità al servizio. Tuttavia lavorano senza stipendio, senza orari e senza assicurazione sul lavoro.
 
La C.r.i ora ricorre ad un bando di gara per coprire l’empasse dovuta alla presunta mancanza del personale. Il bando datato 16 gennaio 2013 parla di fornitura di “servizi sanitari, da effettuarsi mediante l’impiego di mezzi di soccorso in dotazione alla C.r.i.”. Una gara scaduta venerdì, che apre l’attività a società private per la copertura l’emergenza sia h 24, sia diurna, per un mese a partire dal 1° febbraio 2013. Così 18 delle 42 ex postazioni Ares 118 verrebbero gestite da una società privata, su cui ricadrebbe la responsabilità del personale sanitario (infermieri, portantini, autisti e medici compresi, in possesso delle certificazioni specialistiche necessarie per soccorrere il paziente traumatizzato), di “verificare l’efficienza dei presidi medico-chirurgici, di collaborare alla pulizia del mezzo, alla disinfezione dell’abitacolo, e di dotare il personale dell’equipement necessario a svolgere il servizio, ivi compresa la divisa del personale”.
 
Il bando, per la Fp Cgil, è “un'aperta violazione del divieto di privatizzazione e di sub-appalto del servizio dei presìdi strategici per la sanità d’emergenza capitolina e della provincia. Presìdi come il Policlinico, piazza della Repubblica e Piazza del Popolo per quanto riguarda il centro; Casilino, Eur, Torpignattara, Cassia, Casal Palocco e Prenestino, per le periferie più popolose della città eterna. Ci sono poi altri presìdi che coprono zone strategiche della provincia, come Fontenuova, Frattocchie, Lariano, Guidonia, Vicovaro, Citavecchia e Santa Severa”.
 
Rimarrà a Croce Rossa solo di vigilare sul funzionamento delle postazioni «privatizzate». Ed in particolare al Responsabile Amministrativo Comitato Provinciale C.r.i. di Roma, che dovrebbe garantire la corretta esecuzione della convenzione provvisoria. Il prezzo di base d’asta previsto da Croce Rossa per il servizio in 18 postazioni ex Ares 118 è di 160 mila euro, per la durata di 30 giorni: “Un costo – rimarca la delegata Fp Cgil Chiara Bussone, ora candidata Sel alla Regione – che se moltiplicato per un anno, arriva a malapena ad un decimo della somma riconosciuta per il servizio nelle totali 42 postazioni dalla Regione Lazio”. 
 
In pratica, “con questo budget ridotto, quantificato per equipaggiare le ambulanze, fornire la strumentazione al servizio, coprire le spese di pulizia e perfino comprare le divise – prosegue Bussone – la privata dovrebbe provvedere al corretto inquadramento del personale e agli orari necessari alla copertura del servizio”. Un mistero rimane irrisolto, secondo la sindacalista: “Se questo è il budget ritenuto necessario da Cr.i. per questo servizio, a cosa servivano allora il resto dei fondi, riconosciuti di recente dall’amministrazione pubblica per la gestione delle postazioni di soccorso?”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA