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Lunedì 28 GENNAIO 2013
Bagnasco (Cei): “I tagli in sanità non pregiudichino centralità del paziente”

Lo ha detto oggi il presidente della Conferenza episcopale nella sua prolusione all’assise dei vescovi italiani. “La politica dei tagli sia compensata e guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente: quale che sia la sua età e condizione”. Aborto ed eutanasia: il rischio del “primato economicista”.

Il cardinale Angelo Bagnasco ha svolto oggi la sua prolusione al Consiglio permanente della Cei che si svolge da oggi al 31 gennaio a Roma.
Al centro del suo intervento anche la prossima scadenza elettorale: “È certamente riconosciuto dalla coscienza in generale l’esigenza di esprimere il proprio voto liberamente, cioè svincolato da suggestioni e da pressioni spesso veicolate da minoranze che hanno l’abilità di non apparire tali”. Ma, aggiunge “La biopolitica è oramai una frontiera immancabile di qualsiasi programma. Francia, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti…, per limitarci a questi soli Paesi, ci dicono che non si può far finta di accantonare i problemi quando sono semplicemente nodali nelle società post-moderne”.
 
E quindi, prosegue “Parlare di vita, salute, malattia, stati cosiddetti vegetativi, dolore, previsione infausta, medicina palliativa, invasività delle diagnosi, disabilità, rapporto medico-ammalato, ma anche di medicina e bilancio dello Stato, obiezione di coscienza, politica dei trapianti… significa affrontare temi cruciali che tali saranno sempre di più. Insieme a quello scandaloso – per le evidenze che vorrebbe ignorare – dell’aborto, della maternità surrogata, dell’eutanasia attiva o passiva”. 
“Andando sul concreto – sottolinea Bagnasco - quanti aborti e quante tentazioni eutanasiche si verificano a motivo del primato economicista?”.
Per questo, “Non ha senso nascondere gli argomenti, riconoscendo invece cittadinanza elettorale solo all’economia, in quanto fenomeno che obiettivamente brucia. Si parla ovunque di biopolitica e di biodiritto; perché non concepire anche l’economia come bioeconomia?”, chiosa il rpesidente della Cei.
 
“Linee di compromesso, o peggio di baratto tra economia ed etica della vita a scapito della seconda, sarebbero gravi”, aggiunge. Perché, “Senza il primato antropologico non solo la finanza e l’economia sarebbero oppressive perché ridurrebbero la persona in termini di costi e ricavi, ma anche lo stato sociale nascerebbe su basi anguste e riduttive”.
 
E sulla sanità in particolare Bagnasco non ha svicolato al tema centrale della sostenibilità. “Una parola, in questo contesto del welfare, vorremmo dirla a proposito della sanità: da una parte per condannare gli imbrogli, i maneggi, le astuzie che si consumano in un settore ad altissima vocazione altruistica, dall’altra per prendere le distanze da logiche irrazionalmente pretenziose e talora esclusivamente campanilistiche”.
 
“Dobbiamo allargare lo sguardo”, ha concluso. E “Chiediamo tuttavia che la politica dei tagli sia compensata e guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente: quale che sia la sua età e condizione, va prioritariamente salvaguardata. Per questo ci sono specialità, competenze e ricerche che vanno strategicamente preservate. Non ci devono essere privilegi, ma neppure visioni ristrette o punitive”.

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