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Martedì 12 FEBBRAIO 2013
Non autosufficienza. Spi-Cgil: “Anziani a quota 2,3 mln. Ma solo 1 su 5 riceve assistenza a casa"

Il sindacato denuncia anche come cresce, oltre 300mila, il numero dei ricoveri in strutture residenziali. "Chi si candida a governare il paese  deve avere tra le sue priorità un intervento urgente in favore della condizione degli anziani”.

“La popolazione italiana continua ad invecchiare e di conseguenza cresce il numero degli anziani non autosufficienti, che è arrivato a toccare quota 2,3 mln di cui due terzi con più di 75 anni.
Ad oggi però solo un anziano su cinque usufruisce dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi) mentre cresce il numero dei ricoveri presso strutture residenziali, che sono arrivati ad oltre 300mila”.La denuncia è stata lanciata dallo Spi-Cgil in occasione dell’iniziativa “L’autonomia possibile per gli anziani”.
“Sulla non autosufficienza – ha continuato il Sindacato dei pensionati della Cgil – pesa l’azzeramento da parte del governo Berlusconi del Fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione fino al 2010 era di 400mln di euro. Il governo Monti invece ha ripristinato solo parzialmente le risorse da destinare al Fondo per una cifra di 275mln di euro, che sono assolutamente insufficienti e che non bastano per affrontare quella che è a tutti gli effetti una vera e propria emergenza nazionale. Qualcosa in più è stato invece fatto sul fronte dell’Adi attraverso la riprogrammazione dei Fondi per la Coesione territoriale che ha visto lo stanziamento di 380mln destinati alle regioni del Mezzogiorno”.
“Chi si candida a governare il paese – ha concluso lo Spi-Cgil – deve avere tra le sue priorità un intervento urgente in favore della condizione degli anziani ed è per questo che insieme a Fnp e Uilp chiediamo fin da subito che il nuovo governo definisca immediatamente una Legge nazionale sulla non autosufficienza”.

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