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Giovedì 21 FEBBRAIO 2013
E Monti presenta il suo programma sanità: “Ssn è bene comune. Ma occorre innovarlo”

Stamattina a Roma il premier e il ministro della Salute Balduzzi, candidato con Monti in Piemonte, hanno "ripresentato" un programma più dettagliato rispetto a quello contenuto nell'Agenda Monti di dicembre. Difesa del Ssn, collaborazione tra pubblico e privato, revisione dei ticket e delle esenzioni. IL NUOVO TESTO INTEGRALE e LA SINTESI.

Mutare il volto del Ssn al grido “Cambiare l’Italia, difendere il diritto alla salute”. Questo lo slogan della nuova versione dell’Agenda Sanità della Lista Monti presentata oggi a Roma. Un programma molto più corposo, composto da 24 pagine in cui ognuna delle 16 voci che lo costituiscono è spiegata nel dettaglio, con riferimenti a quello che il governo Monti ha fatto e quello che la lista del premier uscente si propone di fare.
 
Si parla del rapporto pubblico e privato che devono essere alleati per i diritti dei cittadini, si parla del regionalismo e viene affermato come il nostro Ssn sia un sistema multilivello. C’è poi il capitolo dedicato alla trasparenza e al merito con l’affermazione: “la sanità si gestisce così”, e quello della sanità partecipata con il rapporto con i comuni per rispondere ai bisogni delle persone. È possibile spendere meno? si chiede il programma, la risposta è “no” ma è possibile spendere meglio. Sempre sul fronte della spesa-finanziamento quello che viene proposto è un finanziamento più equo con la riforma dei ticket per contenere la spesa delle famiglie e favorire  un accesso più responsabile ai servizi.
 
Trova posto anche un capitolo dedicato alla prevenzione, uno all’attenzione delle fragilità in difesa dei più deboli. Infine la parte relativa alla salute come fattore di crescita e di sviluppo dove si dà risalto alle professioni, alla formazione e all’innovazione, ma anche si ipotizza di ridefinire i rapporti tra interessi economici e politica sanitaria attraverso una corretta cooperazione tra pubblico e privato, stimolando la concorrenza, neutralizzando le rendite di posizione e contrastando i conflitti d’interesse.
Chiude un capitolo delicato che è quello del rapporto tra medico e paziente dove fiducia e informazione, salute e sicurezza devono proceder di pari passo contro la medicina difensiva e per il governo del rischio. Il punto cardine del progetto messo a punto dalla lista che sostiene il premier parte dall’assunto che “il Servizio sanitario nazionale (SSN) è un bene comune della nazione e va difeso. Ma oggi, come ieri, per difenderlo è necessario innovarlo” magari strizzando l’occhio a forme di sanità integrativa.
 
Sgombrato subito il campo dagli equivoci ed evidenziato come già in parte gli interventi del Governo Monti (Spending review e Legge Balduzzi) abbiano tracciato la via ecco le proposte in sintesi:
 
Merito e trasparenza
L’idea è quella di una sanità che si ponga “in una zona franca dalla politica” e che si doti “di competenze professionali autonome, di processi decisionali basati su una logica di programmazione e pianificazione che parta dai bisogni di salute della popolazione e sia supportata dall’evidenza scientifica e non più condizionata dagli interessi di parte”. Altro tema quello della trasparenza per cui secondo la Lista Monti “le prestazioni rese dal SSN dovranno essere chiaramente definite e facilmente misurabili, in modo che ogni cittadino possa comprendere quali sono i suoi diritti ed essere in grado di esigerli. L’avvio del nuovo Portale nazionale della salute permetterà a tutti di sapere chi fa che cosa in sanità, con quali volumi e con quali esiti”.
 
Più Ministero della Salute
Politica e sanità separate, più trasparenza ma non solo per i montiani “si dovrà intervenire con un rafforzamento degli organi centrali e degli strumenti di indirizzo, supporto e controllo, a partire dal Ministero della Salute”.
 
Responsabilità professionale
In questa nuova architettura etica ed istituzionale l’Agenda Monti guarda anche alla questione della responsabilità professionale che tocca i professionisti del Ssn che “devono veder riconosciuta la loro funzione sociale di promozione della salute, anche attraverso eque e ragionevoli soluzioni al problema della responsabilità professionale, nel solco di quanto avviato dal c.d. decreto Balduzzi con l’obiettivo di ridurre il ricorso a pratiche di “medicina difensiva”, che non sono utili alla salute dei cittadini e che gravano pesantemente sulla spesa sanitaria”.
 
Collaborazione tra Pubblico e privato
L’obiettivo è quello di una collaborazione che “deve essere soggetta a regole chiare e trasparenti, mentre dovranno essere chiarite le prestazioni erogabili tramite i fondi integrativi, in ottica complementare e non alternativa al SSN”. Si dovranno, inoltre, rivedere le regole di gestione e adottare specifiche norme anti–corruzione.
 
Crescita: La sanità non è un costo
Partendo da questa tesi sono due le proposte specifiche. La prima riguarda l’edilizia sanitaria.
“Dal 1988 ad oggi sono stati stanziati per l’edilizia sanitaria 16,84 miliardi di euro. Ma solo poco più del 40% è stato speso. Si tratta di fondi riservati alle Regioni, finora non confluiti in accordi di programma. Rimangono oltre 6 miliardi di euro con i quali sarebbe possibile costruire, soprattutto al centro sud, almeno 34 ospedali di alta specializzazione, con 500 posti letto ciascuno, per un totale di 17 mila posti letto. Questo piano straordinario di edilizia sanitaria creerebbe circa 34 mila posti di lavoro in 5 anni”.
Altra proposta attiene all’informatizzazione dove “occorre fare di più, investendo nei prossimi anni risorse adeguate: secondo analisi largamente condivise un investimento di 6 miliardi di euro in tre anni, da reperire anche attraverso idonei partenariati pubblico-privati, potrebbe produrre risparmi per 15 miliardi l’anno e creare migliaia di posti di lavoro”.
 
Ricerca: più sinergia tra i soggetti coinvolti
L’obiettivo è quello di “sostenere e potenziare la ricerca biomedica e biotecnologica, favorendo la collaborazione tra università, CNR, altri enti di ricerca e industria, affinché il nostro Paese trattenga e attragga scienziati e tecnici e diventi produttore di nuove cure. Il progresso della medicina sarà così anche elemento di attrazione e creazione di nuove imprese e posti di lavoro qualificati”.
 
Prevenzione: più investimenti
Per i montiani occorre destinare più risorse al comparto coinvolgendo università, enti di ricerca e imprese.
 
Ticket ed equità
In un’ottica di maggiore equità e alleggerimento del peso fiscale viene proposta una riforma dei ticket in base al reddito (che però dovrà essere preceduta da una revisione del calcolo del modello Isee) e delle esenzioni, il cui sistema attuale “è sostanzialmente iniquo, perché permette a categorie di pazienti con reddito alto di non pagare i ticket e porta a un eccessivo e inappropriato consumo di sanità”.
 
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