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Venerdì 22 FEBBRAIO 2013
Verso le elezioni. Le ostetriche presentano le loro priorità alla politica

Istituire gli Ordini e i Collegi, riformare in modo “inequivocabile” i percorsi formativi abilitanti, favorire la libera professione e la dirigenza per le professioni sanitarie, istituire percorsi di cura facilitati per gli utenti con bisogni “non complessi”. Ecco le istanze della Fnco per la prossima Legislatura.

“Piena condivisione” da parte delle ostetriche al Manifesto contro le “storture e le limitazioni insostenibili” che il Coordinamento delle professioni sanitarie (Conaps) ha presentato nei giorni scorsi alle forze politiche in vista delle elezioni politiche.

Sette istanze a cui, secondo il Conaps, la politica è chiamata a dare risposta per la valorizzazione delle professioni sanitarie e la sicurezza dei pazienti. Un obiettivo su cui anche la Fnco (Federazione nazionale Collegi Ostetriche) sollecita i candidati al prossimo Parlamento e Governo. Evidenziando, in particolare, alcune priorità.

“Anzitutto l’istituzione degli Ordini e dei Collegi”. Per la Fnco, infatti, “il riconoscimento delle professioni da parte dello Stato e la valorizzazione del ruolo sociale delle professioni sanitarie che ancora non hanno ottenuto la loro istituzione sono adempimenti che il nuovo Governo dovrà assicurare in modo che tutti i cittadini possano individuare i professionisti a cui lo Stato affida la tutela della loro salute”.

Questo anche in considerazione del fatto che, denunciano le ostetriche, “sempre più frequentemente i mezzi di comunicazione riportano il fenomeno dell'abusivismo professionale  e dei  rischi connessi per la salute  dei cittadini. La Fnco ha recentemente segnalato agli organismi di competenza sia il proliferare di figure non riconosciute che si propongono ai cittadini con forme di pubblicità ingannevoli, sia il fiorire di percorsi di formazione che generano nei partecipanti aspettative verso la realizzazione di attività e di funzioni riservate alla professione dell’ostetrica/o favorendo l’erosione delle competenze e l’abusivismo professionale”.

La Fnco, pertanto, “si associa nel chiedere al prossimo Governo l’adozione di tutte le strategie necessarie alla tutela della salute dei cittadini e dei diritti sanciti dalla Costituzione, ponendo tra le priorità dell’inizio di legislatura, l’istituzione e la riforma degli ordini, nonché il controllo e la definizione inequivocabile dei percorsi formativi  abilitanti  all’esercizio delle professioni sanitarie”. “Questi – prosegue la Federazione dei Collegi Ostetriche - sono impegni improcrastinabili che il nuovo Governo deve assumere sia nelle more di quanto demandato dalla legge 43/2006, sia alla luce delle legge 4 del 14 gennaio 2013 promulgata a fine legislatura per il riconoscimento delle professioni non organizzate che ha generato tra i professionisti della salute le forti preoccupazioni che il presidente Palma del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha  giustamente esternato nei due articoli  pubblicati su Quotidiano Sanità in data 4 dicembre e 17 dicembre 2012”.
 
Altro punto su cui intervenire è, per la Fnco, la libera professione intramoenia in autonomia delle professioni sanitarie. “Condividiamo la necessità di modificare il CCNL in modo da prevedere la possibilità per i cittadini di esercitare una scelta del professionista sanitario nei diversi ambiti dell’assistenza oggi, invece, limitata ad alcuni professionisti del comparto”. Per le ostetriche la scelta del professionista di riferimento appare “particolarmente significativa per la soddisfazione dei bisogni di sostegno e di accompagnamento che le donne e le coppie esprimono nel precorso della nascita. Le ostetriche, come altre professioni sanitarie dipendenti del Ssn, sono tutt’oggi escluse dalla possibilità di realizzare attività intramoenia in autonomia sia nell’ambito del percorso nascita come ad esempio quello della gravidanza ed il parto fisiologico, l’assistenza alla puerpera ed al neonato sano, sia per tutte le altre prestazioni di assistenza, di cura, prevenzione e riabilitazione della salute riproduttiva e di genere”.

La Fnco evidenzia poi come la legge 251/00 e la legge 43/2006, approvate per riformare il sistema sanitario, “siano rimaste pienamente disattese nonostante l’orientamento politico e normativo di una diretta responsabilizzazione dei professionisti sanitari nel sistema di governo aziendale ad iniziare dall'organizzazione dei processi assistenziali e dall’allocazione delle risorse umane, strumentali ed economiche. Per il profilo professionale dell’ostetrica – prosegue la Federazione - la questione del riconoscimento e dell’attribuzione dei ruoli dirigenziali nel governo attività aziendali è particolarmente sentita in tutto il territorio nazionale dove le attività dell’assistenza ostetrica sono andate a configurarsi nella macroarea delle attività infermieristiche con la previsione di un unico profilo di dirigenza che nella quasi totalità dei casi  è quello infermieristico”.

Per la Fnco è inoltre necessario avviare la programmazione di “percorsi di cura facilitati per tutti gli utenti con bisogni sanitari ‘non complessi’ in grado di assicurare un’ adeguata precoce e continuativa presa in carico da parte dei professionisti non medici”. Questo “può rappresentare, soprattutto nella riorganizzazione delle cure primarie a livello territoriale, una facilitazione all’integrazione delle attività ospedaliere e territoriali, nonché un supporto alla riduzione dei ricoveri impropri e delle giornate di degenza. Progetti che da tempo la Fnco ha chiesto di realizzare per l’area materno infantile evidenziando come la presa in carico , la continuità dell’assistenza e la separazione dei percorsi sulla base degli effettivi livelli di necessità di cura, potesse assicurare l’appropriatezza dell’assistenza, l’efficienza dei servizi , il contenimento dei costi e la soddisfazione dei bisogni dell’utenza”.
 
In conclusione, la Federazione dei Collegi Ostetriche esprime l’auspicio che la futura classe politica “presti la dovuta attenzione alle indicazioni ed alle proposte avanzate dalle professioni sanitarie non mediche con l’intento di contribuire attivamente alla riorganizzazione di un sistema salute sostenibile e fruibile”. E confida “nell’attenzione che a conclusione del suo mandato, il Ministro Balduzzi ha assicurato da parte del Ministero della Salute verso le professioni laureate da esso vigilate nonché nella continuazione delle attività intraprese con i tavoli tecnici per l’implementazione delle competenze e la ricognizione delle attività riservate alle professioni sanitarie”.
 

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