quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 25 FEBBRAIO 2013
Il manifesto dei Logopedisti: “Investire partendo dalle professioni sanitarie”

Albo professionale, contrasto all’abusivismo, accreditamento con il Ssn, intramoenia e sviluppo della figura. Ecco alcuni punti della piattaforma di proposte dirette alla politica lanciata dalla Federazione italiana logopedisti che parte dal presupposto dell’urgenza di investire a partire dalle professioni sanitarie.

“La Logopedia è una disciplina scientifica che si occupa della Comunicazione e degli aspetti cognitivo- linguistici oltre che delle funzioni orali in condizioni normali o patologiche in tutte le età della vita. Scopo della Logopedia è la prevenzione, cura, riabilitazione e abilitazione delle funzioni cognitivo-linguistiche e delle funzioni orali in seguito a disturbi specifici o secondari. Concorre inoltre alla promozione e all’educazione della Salute attraverso programmi specifici e supporto ai Caregivers e alle agenzie sociali”. Fatta questa doverosa premessa la Federazione italiana logopedisti traccia lo scenario in cui si sviluppano le sue proposte per uno sviluppo della professione e ribadisce come la “logopedia contribuisce alla soluzione non solo di semplici problemi attraverso adeguate strategie, ma interviene in situazioni complesse e problematiche evitando che ogni disabilità diventi un handicap, per favorire la partecipazione della Persona alla vita sociale, migliorando la qualità della Sua vita. Siamo consapevoli della drammatica urgenza di una rigenerazione del Sistema Salute nel nostro Paese, che sappia investire piuttosto che razionare partendo da risorse quali le professioni sanitarie”.
 
Ma ecco gli obiettivi di Salute Sicurezza e libertà del Cittadino della Federazione logopedisti.
 
In primis la questione dell’Albo professionale.”I Cittadini, che sostengono il Sistema, devono avere cure di qualità, hanno il diritto di riconoscere i Logopedisti cui si rivolgono e affidarsi con sicurezza a Professionisti forniti dei requisiti previsti che abilitano alla Professione, sapere che il Logopedista che li cura aderisce ad un progetto di aggiornamento continuo e ad un Codice Deontologico approvato dalla comunità professionale”.
 
In seconda istanza si richiede uno sviluppo della figura professionale. “I Logopedisti sono la seconda Professione Sanitaria scelta ogni anno da numerosi studenti che vogliono accedere al Corso di Laurea, la Professione subisce un grave fenomeno di abusivismo, il numero dei laureati è gravemente insufficiente per soddisfare i bisogni di salute in tutte le situazioni richieste. Richiamiamo le Istituzioni preposte, ad una migliore sinergia per aumentare i laureati in tutte le Regioni, facendo riferimento a standard europei”.
 
Terzo punto riguarda invece l’accreditamento con il Servizio sanitario nazionale. “I Cittadini devono poter scegliere consapevolmente i Logopedisti libero Professionisti per una richiesta di intervento in merito a problematiche che non necessitano, per la loro complessità, ad un approccio multiprofessionale. Tale possibilità significherebbe per il Sistema, maggior risparmio e migliore efficienza in termini di sussidiarietà e sostenibilità del Welfare”.
 
Altro tema sui la Fli propone un cambiamento è quello della libera professione intramoenia che “va ugualmente garantito all’interno delle strutture sanitarie svincolandolo dalla visita medica, qualora non necessaria, a tale scopo vanno eseguite opportune modifiche al CCNL”.
 
Infine la Federazione ribadisce il suo impegno nell’”agire con appropriatezza e rendere omogenea la pratica clinica del Logopedista in tutto il territorio nazionale in riferimento a quanto la ricerca scientifica evidenzia della sua efficacia”, come sostenitore del Sistema Nazionale Linee Guida dell’ISS quale organo tecnico indipendente del SSN. “Promuovere la medicina delle evidenze significa investire nella ricerca, molto carente nel nostro Paese, favorire strategie di Empowerment al Cittadino affinché le sue conoscenze ei suoi valori siano sempre rispettati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA