quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 08 MARZO 2013
Ospedali. Umanizzazione in media buona, ma c'è chi prende "2". Studio Agenas-Cittadinanzattiva

Pubblicata sul numero 32 di Monitor, la ricerca rileva sulla qualità dei servizi offerti nelle strutture ospedaliere sotto il profilo dell’accoglienza. Risultati positivi ma con livelli disomogenei tra una struttura e l'altra. Bissoni (Agenas): l’empowerment dei cittadini è una “spinta al cambiamento”.

Il nuovo numero di Monitor, la rivista dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - Agenas, è quasi interamente dedicato ad una ricerca realizzata dalla stessa Agenas e dall’Agenzia di Valutazione Civica di Cittadinanzattiva dedicata a Sperimentazione e trasferimento di modelli di empowerment organizzativo per la valutazione e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari.

Si tratta di un lavoro, realizzato nel 2012, nel quale sono state coinvolte 54 strutture ospedaliere (in gran parte ospedali pubblici, dislocati in 16 diverse Regioni) e 110 organizzazioni di cittadini per rilevare, attraverso una cecklist predisposta allo scopo, il livello di qualità e di umanizzazione dei servizi.

Quattro i fattori presi un esame, per ciascuno dei quali si è dato un voto, da 1 a 10. La media dei voti riscontrati si attesta sopra la sufficienza, anche se non di molto: 7,12 per il fattore indicato come “Accessibilità fisica, vivibilità e comfort dei luoghi di cura”; 6,89 per “Cura della relazione con il paziente e con il cittadino”; 6,71 per “Accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza”; 6,39 per “Processi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona”.

Grande variabilità però tra i diversi elementi che compongono ogni singolo fattore e anche tra le diverse strutture. Così, ad esempio, la valutazione dei “processi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona” comprende al suo interno il rispetto dell’anonimato e la protezione dei dati sensibili, aspetto che viene largamente agito riscontrando una valutazione media di 8,03, ma anche il rispetto delle specificità linguistiche, che risulta invece ancora molto insufficiente con una valutazione media di 4,62. E lo scarto tra le strutture è ancora più ampio se si considera che, pur non rendendo pubblica la situazione dei singoli casi, la ricerca indica come ci siano realtà che registrano votazioni che arrivano a 9,3, mentre altre si fermano a 2,9.

Diversificate anche le situazioni che compongono il fattore “accessibilità”: alta in media la valutazione dei reparti “a misura di bambino” (8,85), ma insufficiente il lavoro rivolto ad eliminare le barriere architettoniche (5,15).

Per quanto riguarda l’accesso, valutazioni positive per le semplificazioni nell’accesso alle prestazioni (8,86) e per l’accessibilità attraverso il web (7,41), ma ancora difficili le modalità di prenotazione (5,21).

E se in media tutti gli elementi riguardanti la cura della relazione con il paziente raggiungono una valutazione positiva, non si può ignorare che questo comprende votazioni eccellenti (che arrivano a 10) ma anche valutazioni assolutamente insufficienti (che si fermano a 2,1).

Come sottolinea nell’editoriale che apre il numero della rivista Giovanni Bissoni, presidente dell’Agenas, questo processo di empowerment dei cittadini è certamente una “spinta al cambiamento”, tanto più importante ora, quando “ogni innovazione mancata, nella grave situazione economica attuale, rappresenta un passo verso la privatizzazione del sistema, un passaggio che, proprio in nome del rispetto dell’uguaglianza e della dignità del cittadino, non possiamo permetterci”.

E proprio lo sviluppo di modelli di empowerment, come sottolinea il direttore dell’Agenas Fulvio Mirano, “risponde pienamente ad uno dei principali mandati che Agenas, in qualità di struttura tecnico-scientifica per i servizi sanitari, ha ricevuto dalle Conferenze Stato-Regioni e Unificata, quello di orientare tutte le proprie attività alla condivisione e diffusione delle ‘buone pratiche’ realizzate sul campo”.

Il numero della rivista si completa con tre contributi di diverso argomento: un report di Monica Marzano su un interessante convegno organizzato dalla Fiaso per valutare L’impatto della crisi finanziaria sui sistemi europei; un’analisi, firmata da Cesare Cislaghi e Fulvio Mirano, sulla morbilità in Italia negli ultimi vent’anni, che pone qualche dubbio alla vulgata corrente secondo cui le patologie sarebbero in costante crescita; ed infine una disamina, elaborata da Paolo Michelutti, Fulvio Moirano, Giuseppe Della Rocca e Ragnar Gullstrand, di come sia stata applicata nelle aziende sanitarie la riforma del pubblico impiego varata nel1993.

© RIPRODUZIONE RISERVATA