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Venerdì 08 MARZO 2013
8 Marzo. Anaao: “Migliorare le condizioni di lavoro delle donne del Ssn”

L’appello del sindacato ai neo parlamentari e al futuro Governo per promuovere la parità salariale e di carriera, nonché le politiche a favore della conciliazione lavoro-famiglia, della flessibilità degli orari di lavoro, dell’adeguamento della normativa sul part-time, dell’estensione delle tutele ai contratti atipici”.

In occasione del 8 marzo l’Anaao Assomed chiede ai neo parlamentari, e soprattutto alle numerose parlamentari elette, e al futuro Governo, di assumere tra i compiti prioritari un impegno concreto a sostegno della parità salariale e di carriera, di politiche a favore della conciliazione lavoro–famiglia, della flessibilità degli orari di lavoro, dell’adeguamento della normativa sul part-time, dell’estensione delle tutele ai contratti atipici.

“Alle donne parlamentari chiediamo di non dimenticare che sono proprio le donne l’asso nella manica delle nazioni più evolute, che lo sviluppo potenziale di un Paese dipende dal superamento del gender gap e che è fondamentale l’intervento dei Governi per ottenerlo”, si legge in una nota dei sindacati che, citando i dati del Global Gender Gap 2012, il rapporto mondiale del World Economic Forum sulle differenze tra uomo e donna, che analizza le disparità di genere in 135 Paesi secondo quattro grandi parametri (la partecipazione politica, la salute, l’istruzione e la partecipazione economica) sottolinea come l’Italia sia all’80° posto della classifica generale, facendole perdere in un solo anno ben sei posizioni (“e non solo perché ‘gli altri hanno fatto meglio’). Evidentemente – afferma l’Anaao - il nostro è un Paese che invoca equità, solidarietà e pari opportunità a parole, ma nei fatti poco riesce a fare per  scardinare condizionamenti e radicati retaggi culturali di cui soffre”.

L’Anaao Assomed chiede quindi di “passare, senza ulteriori esitazioni, dalle parole ai fatti attraverso una revisione dell’organizzazione del lavoro e dei contratti di lavoro, la puntuale applicazione delle norme già esistenti a tutela di maternità, paternità, disabilità e la loro estensione alle lavoratrici e lavoratori precari”.
 

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