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Lunedì 11 MARZO 2013
Ocse. In Italia più della metà delle 30 città europee più inquinate

Lo rileva il terzo rapporto Ocse dedicato alle performance ambientali italiane. I punti ciritici nell'aumento della quantità dei rifiuti urbani che cresce più del Pil, nelle infrastrutture idriche obsolete e inquinate e nella presenza di circa 15 mila discariche molte delle quali illegali.

"L’Italia ha lanciato una serie di iniziative volte a migliorare la gestione delle risorse naturali e a ridurre l’intensità energetica. Il rafforzamento della legislazione e delle politiche ambientali ha consentito di ridurre l’inquinamento dell’aria e delle acque superficiali, e di migliorare la gestione dei rifiuti e la protezione della biodiversità". Parola di Ocse anche se, avvertono i ricercatori che hanno curato il terzo rapporto dedicato alle performance ambientali dell'Italia, "il Paese deve ancora far fronte a numerose sfide ambientali".
 
Sono infatti italiane più di metà delle 30 città europee con la peggiore qualità dell’aria. E, a differenza di molti altri Paesi dell’Ocse, la quantità dei rifiuti urbani prodotti è cresciuta più rapidamente del PIL. Ma non basta. Le infrastrutture idriche stanno diventando obsolete e numerose falde acquifere sono inquinate o sovrautilizzate. E infine, circa 15 000 discariche, molte delle quali illegali, sono all’origine di fenomeni di contaminazione del suolo.
 
Per superare tali sfide, il Rapporto dell’Ocse raccomanda che l’Italia rafforzi l’applicazione delle normative ambientali e migliori la coerenza della governance e delle politiche, realizzando a pieno le sinergie tra obiettivi economici, ambientali e sociali a livello nazionale. A tuttoggi, la cooperazione e il coordinamento tra autorità nazionali e regionali restano insufficienti; le varie regioni adottano approcci variegati, e spesso incoerenti tra loro, in materia di gestione delle acque e dei rifiuti, di cambiamento climatico e di promozione della conformità alle norme ambientali. Ciò aggrava le disparità tra il nord e il sud del Paese nel raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale. Per esempio, sebbene al sud le aree naturali protette coprano una porzione di territorio maggiore che al nord, la quota di rifiuti urbani smaltiti in discarica senza alcun trattamento e l’inquinamento dei fiumi da fosforo e nitrati restano più elevati nelle regioni meridionali.
 
Nell’insieme, il Rapporto dell’Ocse raccomanda che l’Italia elabori una strategia per la crescita verde che abbia ricadute positive sull’ambiente e sull’economia. Alcune misure adottate negli ultimi anni vanno in questa direzione, come l’aumento delle imposte sui carburanti (già tra le più alte in Europa), gli incentivi per l’uso efficiente dell’energia, e i provvedimenti per la liberalizzazione dei mercati dei servizi ambientali, energetici e dei trasporti. Ulteriori misure, come una carbon tax e la riduzione dei sussidi agli autotrasportatori, potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e a liberare fondi pubblici utili per ridurre le imposte su lavoro e imprese e stimolare la ripresa economica.

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