quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 11 MARZO 2013
Hiv/Aids. Buoni risultati di dolutegravir in confronto a raltegravir

A 24 settimane, il 79% dei partecipanti allo studio sottoposti a terapia con dolutegravir una volta al giorno hanno mostrato la soppressione virologica rispetto al 70% dei pazienti che hanno seguito un regime con raltegravir due volte al giorno. I dati al congresso CROI, appena concluso ad Atlanta.

Tra i principali problemi della terapia antiretrovirale, l’unica capace di tenere a bada l’Hiv per lungo tempo, prima che si sviluppi l’Aids, ce ne sono due che preoccupano particolarmente: il primo è il fatto che se non usati correttamente o se non c’è aderenza alla terapia, i medicinali non danno la stessa efficacia che con il corretto uso, e possono far sviluppare resistenza ai ceppi virali; il secondo è che in ogni caso i farmaci non garantiscono di evitare per sempre lo sviluppo della sindrome vera e propria. Due piccoli passi in avanti in entrambi i casi sembrano essere possibili con l’uso dell’inibitore dell’integrasi dolutegravir, che in uno studio di Fase III a 24 settimane denominato SAILING, che ha valutato in pazienti affetti da HIV-1 che non rispondono più alla terapia e mai trattati in precedenza con un inibitore dell’integrasi ha mostrato risultati migliori per il farmaco assunto una volta al giorno rispetto a raltegravir assunto due volte al dì. Questi dati sono stati presentati alla 20a Conferenza sui Retrovirus e le Infezioni opportunistiche (CROI) appena conclusa ad Atlanta, in Georgia.
 
"Le persone che vivono con l'HIV e che hanno sviluppato una resistenza a più di una classe di farmaci antiretrovirali si trovano di fronte a opzioni di trattamento sempre più limitate e le  decisioni cliniche diventano sempre più complesse”, ha commentato John Pottage, Chief Scientific Officer ad Medical Officer  di ViiV Healthcare, che produce il farmaco. Ecco perché avere sempre nuove opzioni efficaci è così importante. Inoltre, ridurre il numero di compresse da assumere al giorno rende più semplice per il paziente rimanere aderente alla terapia, migliorando la compliance e riducendo i rischi.
 
Lo studio SAILING, in doppio cieco, era stato disegnato per dimostrare l'efficacia antivirale a 48 settimane e la non inferiorità di una compressa di 50 mg di dolutegravir al giorno rispetto a una regime di terapia contenente raltegravir 400 mg due volte al giorno in pazienti HIV-1 precedentemente trattati con antiretrovirali ma naive al trattamento con  gli inibitori dell’ integrasi.  715 partecipanti allo studio sono stati randomizzati 1:1 a ricevere dolutegravir o raltegravir in associazione ad un regime di background selezionato dall’ investigatore  contenente non più di 2 agenti, uno dei quali completamente attivo. Tutti i pazienti avevano un documentato profilo di resistenza genotipica o fenotipica ad almeno due classi di farmaci antiretrovirali ed erano  in corso di replicazione virologica. La popolazione dello studio comprendeva il 32% donne, il 42% erano afro- americani o africani e il 46% dei partecipanti allo studio sono stati classificati come classe CDC C (pazienti che hanno una o più patologie  AIDS- definenti).
 
In particolare, secondo i dati emersi dal trial il 79% dei partecipanti allo studio sottoposti a terapia con dolutegravir hanno mostrato la soppressione virologica (HIV-1 RNA <50 c / ml) rispetto al 70% dei pazienti che hanno seguito un regime con raltegravir. Una risposta considerata statisticamente significativa dagli sperimentatori.
Secondo gli scienziati, le differenze a favore del braccio contenente dolutegravir sono dovute ad una maggiore risposta virologica: alla settimana 24, il 15% dei pazienti sottoposti a terapia con questo farmaco manifestavano  una mancata risposta virologica rispetto al 24% dei pazienti trattati con raltegravir. Inoltre, solo 2 pazienti hanno mostrato resistenza al primo contro 10 pazienti in cui si è manifestata resistenza al secondo.

Inoltre, nel complesso, la tollerabilità di dolutegravir (DTG) è risultata simile a quello di raltegravir (RAL). A 24 settimane, il 2% dei pazienti nel braccio trattati col primo farmaco hanno interrotto a causa di eventi avversi (EA) contro il 4% dei pazienti nel secondo braccio. Il tasso di eventi avversi correlati al farmaco è risultato simile in entrambi i bracci di trattamento (DTG 20%, RAL 23%) e quelli comunemente riportati (definiti come eventi che si sono verificati in più del 10% dei soggetti) sono risultati diarrea (20% DTG, RAL 17%) e infezioni delle vie respiratorie (11% DTG, 8% RAL).

“Accogliamo con piacere questi primi risultati che supportano l'efficacia e la tollerabilità di dolutegravir come potenziale utile opzione terapeutica nella gestione dell'infezione da HIV in pazienti pre-trattati”, ha concluso Pottage. "Questi dati incoraggianti  vanno ad aggiungersi ai dati clinici che hanno supportato la recente sottomissione alle Agenzie Regolatorie di dolutegravir e restiamo in attesa  di conoscere i risultati dell’analisi primaria in corso di questo studio a 48 settimane ".

© RIPRODUZIONE RISERVATA