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Mercoledì 29 SETTEMBRE 2010
Lazio. Antonellis (Anaao): “Piano di rientro senza confronto con i medici. Da Polverini metodo barbaro”

Domani la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, presenterà ai tavoli ministeriali il Piano di rientro e di riorganizzazione della rete ospedaliera. E mentre in queste ultime ore il balletto dei numeri contenuti nel Piano ha scatenato una bufera, il segretario dell’Anaao Assomed Lazio, Donato Antonellis afferma: “La polemica deriva dal metodo barbaro che Polverini ha scelto per elaborare il Piano, tenendo le intenzioni nascoste e rifiutando il confronto con i sindacati medici, che hanno più volte chiesto di essere convocati”.

È scoppiata la bufera sul Piano di rientro della Regione Lazio. O almeno su quello che si presume essere il progetto della presidente Renata Polverini per recuperare il disavanzo della sanità regionale. Dalla Giunta non sono state, infatti, diffuse notizie in merito ai contenuti del Piano, che sarà consegnato domani al tavolo tecnico ministeriale. Tuttavia, nel pomeriggio di ieri, l’Opposizione di centrosinistra ha diffuso alcuni dati (proveniente da “fonte riservata ma attendibile”) che prospettano tagli ben più pesanti di quelli che si potevano immaginare finora.
Diciassette le strutture che secondo l'opposizione saranno chiuse dal 2011: Bracciano, Monterotondo, Subiaco, Rocca Priora, Acquapendente, Montefiascone, Roncigliano, Amatrice, Ceccano, Arpino, Ceprano, Anagni, Ferentino, Itri, Pontecorvo, Aquino, e Nuovo Regina Margherita. A cui potrebbero sommarsi Magliano, Sezze e Gaeta. Molti più dei 9 previsti nei decreti approvati dalla Giunta a maggio. E sarebbero invece 3.068 i posti letto tagliati dal piano Polverini, di cui 1.623 per la riabilitazione e la lungodegenza, contro i circa 2.500 previsti nei decreti.
Tutto falso, ha replicato la presidente Polverini, secondo la quale l’opposizione “sta facendo terrorismo psicologico”. Ma poi aggiunge “se sta diffondendo tabelle tecniche di provenienza degli uffici regionali sta partendo una denuncia alla Procura contro ignoti, così Montino (il capogruppo Pd al Consiglio regionale, ndr) dovrà dirci da chi li ha avuti”, lasciando così il dubbio sulla reale falsità dei dati diffusi dall’Opposizione.

Sulle polemiche di queste ultime ore, Quotidiano Sanità ha raccolto l’opinione di Donato Antonellis segretario regionale dell’Anaao-Assomed Lazio.

di Lucia Conti

Dottor Antonellis, ieri è stata un’altra giornata di polemica politica sul Piano di rientro. Ma qual è lo stato d’animo tra i medici?
Siamo molto preoccupati, perché i contenuti di quel piano potrebbero essere di gran lunga peggiori di quanto avevamo fino ad oggi immaginato. Se i dati diffusi ieri fossero veri, sarebbe una catastrofe.

Il Lazio ha un deficit enorme da recuperare. Al di là di quale sarà il numero definitivo degli ospedali chiusi, è comunque certo che il Piano inciderà fortemente sulla rete ospedaliera. La Calabria è in una situazione simile e protagonista, in questi giorni, di una fortissima contestazione da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini contro la chiusura degli ospedali. Proprio ieri, però, il presidente Scopelliti ha ricevuto un messaggio di sostegno da parte delle organizzazioni della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, tecnica, professionale e amministrativa calabrese. Renata Polverini può contare sul sostegno delle dirigenza del Lazio?
Renata Polverini avrebbe potuto contare sul nostro sostegno se ci avesse dato la possibilità di un confronto. Se la situazione laziale e quella calabrese sono infatti simili sotto molti aspetti, è tuttavia stato completamente diverso il metodo scelto dai due presidenti regionali. Scopelliti ha scelto la vita del dialogo con tutte le organizzazioni sindacali di area medica, consapevole che i medici conoscono bene le criticità, i bisogni e i punti di forza della sanità regionale, e consapevole che una riforma radicale del servizio sanitario può avvenire solo con la collaborazione di tutti coloro che ci lavorano, a partire dai medici. La presidente Polverini, al contrario, ci ha negato qualsiasi confronto nonostante l’Anaao, che è il sindacato più rappresentativo della dirigenza medica regionale, abbia chiesto ben tre volte di essere convocata per discutere insieme il Piano. Non abbiamo mai ricevuto risposta. Le porte della Regione sono state sempre sbarrate e non siamo mai stati neanche informati su come la Regione stava portando avanti i lavori per il Piano di rientro. Un comportamento sbagliatissimo. Nel merito, quindi, non posso commentare il Piano perché non lo conosco e, come emerso dalla polemica di ieri, c’è molta confusione riguardo ai contenuti. Però posso commentare il metodo, che è stato barbaro e inaccettabile.

Domani il Piano sarà presentato al tavolo tecnico del Governo e se riceverà l’ok, entrerà in vigore. In pratica, i giochi sono fatti. Ai medici non resterà che adeguarsi?
Non è detto. Leggeremo e valuteremo il Piano. Se non dovesse piacerci, faremo sentire la nostra voce portando avanti lo stato di agitazione che già da mesi abbiamo messo in atto, con manifestazioni ed assemblee in tutte le strutture ospedaliere. Non escludiamo, inoltre, possibili azioni legali nei confronti della presidenza regionale, che ha tenuto una condotta assolutamente antisindacale.

I rapporti tra medici e Regione sembrano aver raggiunto un punto di rottura che va al di là del piano…
È una situazione alla quale non volevamo certo arrivare. Abbiamo dato alla presidente Polverini tutta la nostra disponibilità al confronto e all’assunzione di responsabilità, anche per scelte dolore. Ora non accetteremo passivamente che un politico ci imponga soluzioni che mettono a rischio la salute dei cittadini e la vita professionale dei nostri colleghi.
Polverini sembra aver dimenticato che le conseguenze del Piano ricadranno non solo sui cittadini ma anche sulle condizioni di lavoro dei medici. E ha dimenticato che la nostra collaborazione sarà fondamentale al funzionamento di qualsiasi progetto di riorganizzazione e ottimizzazione della sanità laziale.
 
 
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