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Giovedì 28 MARZO 2013
Farmacie. Spandonaro: "Il ricavo viene ormai dall’extrafarmaco. Per il futuro puntare sui servizi"

Gli utili non sono più garantiti dalla ricetta Ssn e dalla fascia C. Per salvaguardare la marginalità si dovrà quindi da un lato completare la riforma della remunerazione e dall’altro allargare l’extrafarmaco, in particolare ai servizi. È quanto emerso da una ricerca condotta dall'economista di Tor Vergata per conto di Federfarma.

“Le analisi condotte dicono che oggi nessuna farmacia consegue un utile dalla ricetta Ssn. Dalla fascia C riescono invece a tirare fuori qualcosa solo le farmacie medio-grandi, ma per tutte la vera fonte di ricavi tali da giustificare l’attività d’impresa è l’extrafarmaco”. Così Federico Spandonaro, economista dell'Università Tor Vergata di Roma, ha presentato la sua ricerca sulle prospettive della distribuzione farmaceutica, realizzata per conto di Federfarma. Dallo studio è emersa Ne risulta una fotografia in chiaroscuro, compreso lo stato di salute dell’impresa farmacia.

 “La conferma - ha spiegato Spandonaro - arriva dal fatto che l’utile delle piccole farmacie è in media molto contenuto, attorno ai 24mila euro prima delle tasse, e diventa risicato per le rurali sussidiate, circa 19mila. Sembrano salvarsi soltanto le farmacie urbane, che (grazie all’area di libera vendita) registrano un utile prima delle imposte attorno ai 110mila euro. Grosso modo lo stipendio di un dirigente medico del Ssn”.

Per salvaguardare la marginalità, quindi, bisognerà da un lato portare a compimento la riforma della remunerazione e dall’altro allargare l’extrafarmaco, dove una riflessione approfondita la meritano i servizi. “Dati e indagini - ha ricordato Spandonaro - dicono che ormai gli italiani che per l’assistenza spendono di tasca propria sono il 60%. La parte del leone in questa spesa la fanno le cure odontoiatriche, ma subito dopo c’è l’assistenza agli anziani. I servizi sociosanitari saranno certamente uno dei fronti dove nei prossimi anni le farmacie potrebbero giocare un ruolo decisivo”. E per farlo, non occorre aspettare le convenzioni con il Ssn o accordi con Asl e ospedali. “I fondi integrativi privati possono diventare un interlocutore interessato delle farmacie- ha ricordato Spandonaro - e poi c’è la domanda diretta, quella di pazienti e famiglie. La competizione, qui, si giocherà sulla qualità del servizio”.

Sull’etico rimborsato, invece, la battaglia da combattere dovrà essere difensiva. “Sarà già un buon risultato convincere la politica a non abbassare ulteriormente il budget annuale per la Sanità”, è il parere dell’economista, “anche se gli argomenti ci sono: attualmente, infatti, il nostro paese spende in media il 35% in meno dell’Europa a 12”. Infine, sono stati sfatati alcuni luoghi comuni: “Non è vero che dai margini della farmacia c’è ancora spazio per tagliare (tolti sconti e detrazioni, la spettanza netta del farmacista si riduce di un terzo) e non è vero che il Ssn spende troppo;  semmai - ha concluso Spandonaro - spende male, ma non è colpa del federalismo e tornare indietro significherebbe solo peggiorare”.
 

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