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Venerdì 29 MARZO 2013
Sicilia. Corte Costituzionale boccia legge regionale su ricerca sanitaria

La sentenza stabilisce che la norma ha introdotto una voce di spesa priva di fonti di copertura e quindi "disattende un obbligo costituzionale al quale il legislatore, anche regionale, non può sottrarsi". Violato l'art 81 della Costituzione secondo cui ogni ente deve garantire totale copertura finanziaria. 

La delibera legislativa della Regione Sicilia che prevede interventi in materia sanitaria non inseriti nel piano di rientro del disavanzo è contraria alla Costituzione e più in particolare all’articolo 81. E’ quanto ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza n. 51/2013 depositata oggi. Viene quindi bocciata la delibera legislativa 483/2012 approvata lo scorso luglio nell’assemblea regionale.

La norma permetteva all’assessore alla Sanità di spendere l’1% del Fondo sanitario regionale per raggiungere alcuni obiettivi, precisando però che la somma non avrebbe dovuto essere inferiore a un milione di euro né superiore a tre. Il dispositivo chiariva anche che per le attività di ricerca in linea con quanto previsto dai fondi strutturali europei sarebbe stato possibile attivare risorse aggiuntive a valere sulle quote dei fondi assegnati alla Regione.
Il Commissario di Stato aveva deciso di ricorrere alla Corte poiché riteneva illegittima l’attivazione di una voce di spesa priva di ulteriori fonti di copertura. Ed è proprio in relazione a questo aspetto che è emersa una violazione dell’articolo 81 della Costituzione in base a cui ogni ente deve invece garantire totale copertura finanziaria. La legge quindi “disattende un obbligo costituzionale – ha spiegato la Corte – al quale il legislatore, anche regionale, non può sottrarsi”.
 

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