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Venerdì 05 APRILE 2013
Mortalità infantile nel mondo. Decessi in calo ma l’obiettivo dell'Oms è ancora lontano

La mortalità stimata al di sotto dei 5 anni di età è diminuita del 41%, passando da un tasso di 87 decessi per 1000 nati vivi nel 1990 a 51 per 1000 nel 2011. Un buon risultato ma ancora insufficiente per il raggiungimento dell’obiettivo Oms per il 2015 (29 decessi per 1.000 nati vivi). IL REPORT OMS.

Ridurre di due terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità al di sotto dei 5 anni di età. questo l’obiettivo n.4 di Sviluppo del Millennio. Il target, però, ancora non è stato raggiunto e la tendenza, nonostante i miglioramenti degli indicatori, evidenzia come entro il 2015 non si riuscirà a raggiungere il target. È quanto riporta l’Oms in un report ad hoc.
 
In ogni caso, rispetto al 1990 - anno di riferimento per la misurazione dei progressi compiuti - nel 2011 sono morti circa 14.000 bambini in meno al giorno. Il miglioramento nella sopravvivenza infantile è evidente in tutte le regioni. Il numero di paesi in cui il tasso di mortalità al di sotto dei 5 anni di età è stato pari o superiore a 100 decessi per 1000 nati vivi risulta più che dimezzato, essendo passato da 53 nel 1990 a 24 nel 2011. Inoltre, per la stessa fascia di età, nessun paese ha fatto registrare un tasso di mortalità superiore a 200 decessi per 1000 nati vivi, rispetto ai 13 del 1990.
 
Nel mondo, la mortalità stimata al di sotto dei 5 anni di età è diminuita del 41%, passando da un tasso di 87 decessi per 1000 nati vivi nel 1990 a 51 decessi per 1000 nati vivi nel 2011. Questa diminuzione si traduce in un decremento medio annuo della mortalità infantile del 2,5%, che rimane tuttavia insufficiente per il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4 (ridurre di due terzi i tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età tra il 1990 e il 2015).
 
Il numero di decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni è diminuito da quasi 12 milioni nel 1990 a 6,9 milioni nel 2011. I progressi ci sono stati, ma distribuiti in maniera disomogenea. A livello regionale, la diminuzione dei tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età tra il 1990 e il 2011 è stata pari o 3 superiore al 60% in due regioni: le Americhe e il Pacifico Occidentale. I tassi medi annui di riduzione più elevati sono stati registrati nella Regione del Pacifico Occidentale (5,2%), dove risultano più di due volte superiori rispetto ai tassi osservati nella regione Africana (2,4%) e in quella del Mediterraneo Orientale (2,5%).
 
Poiché i tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età sono diminuiti in maniera più netta nelle regioni in via di sviluppo più ricche, il divario tra l’Africa Sub-sahariana e le altre regioni si è approfondito. Nel 1990, la probabilità che un bambino nato nell’Africa Sub-sahariana morisse prima del compimento dei 5 anni di età era superiore di 1,5 volte rispetto all’Asia meridionale, di 3,4 volte rispetto all’America Latina e ai Caraibi, di 3,7 volte rispetto all’Asia orientale e di 12,1 volte rispetto alle regioni sviluppate. Nel 2011, tale probabilità risultava 1,8 volte maggiore rispetto all’Asia meridionale, 5,7 volte maggiore rispetto all’America Latina e ai Caraibi, 7,4 volte maggiore rispetto all’Asia orientale e 16,5 volte maggiore rispetto alle regioni sviluppate. Anche il divario tra l’Asia meridionale e le regioni più ricche è aumentato, sebbene non in maniera così notevole
 
 
Cause di mortalità infantile relative all’anno 2010
 
Globalmente, le quattro maggiori cause di morte nei bambini di età inferiore ai 5 anni sono state la polmonite (18%), la nascita prematura (16%: 14% durante il periodo neonatale e 2% nel periodo post-neonatale), le malattie diarroiche (11%) e l’asfissia alla nascita (10%: 9% durante il periodo neonatale e 1% nel periodo post-neonatale). La malaria è stata ancora una delle principali cause di morte nell’Africa sub-sahariana, causando circa il 15% dei decessi al di sotto dei 5 anni di età nella regione.
 

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