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Venerdì 03 MAGGIO 2013
Certificati sportivi. Il danno e la beffa delle nuove norme



Gentile direttore,
nella logica di rendere tutto sempre più difficile e di complicare la vita ai cittadini, il Governo Monti nelle ultimissime ore del suo mandato ha voluto fare un altro regalo agli italiani emanando un decreto che va a colpire chi vorrebbe rilassarsi con una sana attività sportiva.
 
Fra l'altro viene infatti prevista, per chi pratica sport a livello amatoriale in contesto organizzato,una certificazione obbligatoria a cadenza annuale con ECG ed eventuali altri esami, se di età superiore a 55 anni uomini o 65 anni donne ed affetto da qualche patologia. Tale cadenza può addirittura abbassarsi e sono necessari esami e consulenze specialistiche per chi è affetto da patologie croniche conclamate diagnosticate. Un po' come dire cornuti e mazziati.
 
Viene imposto un controllo sanitario che,per attività volontarie, amatoriali, non agonistiche, sicuramente non dannose per gli altri,dovrebbe essere demandato alla sola scelta dell'interessato, senza interventi coercitivi da parte dello Stato.
Complicandone l'accesso, si inducono le persone a non intraprendere o ad abbandonare un'attività sportiva, portando ad un aumento della sedentarietà che và a provocare od aggravare quelle patologie contro cui si dice di voler agire.
A tal proposito, dopo il danno, risulta una beffa la dichiarazione del MinistroBalduzzi che si augura di aver incentivato la pratica sportiva e combattuto la sedentarietà!
 
Il fatto di dover presentare una certificazione alle società sportive stimola ad effettuare un'attività fisica in forma autonoma, ove nessun controllo è possibile,esponendo però il praticante a maggiori rischi in quanto al di fuori di un "ambiente protetto".
Come è avvenuto con l'aumento dei ticket sanitari, per il quale si stima che nel 2012 circa 1,8 milioni di cittadini italiani abbiano abbandonato il SSN rinunciando ad esami visite ed analisi,adesso si fa una cosa analoga con lo sport.
 
Inoltre il fatto che, per un'attività sportiva amatoriale, occorra presentare una certificazione annuale oltre un'età stabilita se concomitano alcune patologie o addirittura con cadenza inferiore in presenza di patologie croniche diagnosticate, implica che le società sportive vengano a conoscenza del fatto che un loro iscritto è affetto da qualche forma morbosa più o meno grave. Non sono un giurista, ma ho molte perplessità sulla legittimità di tale provvedimento sotto il profilo della privacy.
 
Infine una palese incongruenza: dopo una certa età lo Stato considera i suoi cittadini meno efficienti e li controlla di più e più frequentemente se si tratta della guida dei veicoli o di praticare un'attività sportiva, ma nello stesso tempo innalza loro sempre più la soglia per andare in pensione, come se per lavorare avessero sempre venti anni!
 
Massimo Bindi
Medico ospedaliero di medicina interna

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