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Venerdì 03 MAGGIO 2013
Bilancio influenza 2013. Più dura del previsto. Un milione di casi in più rispetto al 2012

Colpite quasi 6 milioni e 200 mila persone, oltre 1 milione e 200 mila in più del 2012. Questo il bilancio finale dell’ultima stagione influenzale. Che si è fatta sentire fino a marzo inoltrato, invece di terminare a febbraio come l’anno precedente. Il picco alla sesta settimana del 2013, con quasi 10 casi ogni 1000 abitanti.

È ufficialmente terminata la stagione influenzale 2012-2013: la sorveglianza epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità – che da quest’anno si è avvalsa oltre che dei dati dei medici sentinella anche di quelli registrati dai Pronto Soccorso e del monitoraggio via web basato sul contributo diretto della popolazione – è terminato con l’ultima settimana di aprile dopo aver raggiunto quota 6.172.000 casi di influenza dall’inizio del monitoraggio a ottobre. Oltre 1 milione e 200 mila più della stagione influenzale dell’anno scorso.
Nella diciassettesima settimana del 2013, l’ultima monitorata, i casi stimati di sindrome influenzale rapportati all’intera popolazione italiana sono stati circa 31.000.
 
Peculiarità del 2013 è stato che quest’anno, diversamente dai precedenti, la “coda” influenzale è stata più lunga, ovvero è stato osservato un maggiore numero di settimane in cui l’incidenza si è mantenuta a livelli elevati.
La stagione è inoltre stata leggermente più virulenta dell’anno scorso, anno particolarmente mite. Il picco della curva epidemica è stato raggiunto nella sesta settimana del 2013, con un livello di incidenza pari a 9,98 casi per mille assistiti, e si è mantenuto oltre la soglia dei 5 casi ogni mille addirittura fino alla decima settimana del 2013. Il picco del 2012, oltre ad essere stato leggermente più basso (9,64 casi per mille assistiti registrati nella quinta settimana del 2012), era terminato con circa due settimane di anticipo.
In tutte le Regioni al momento è comunque terminato il periodo epidemico, che rimane oltre quota 2 casi per mille assistiti solo in Campania e Valle d’Aosta.
La fascia più colpita dall’influenza è stata di nuovo quella dei più piccoli, bambini di età compresa tra 0 e 4 anni, che ha visto durante il picco il massimo dei contagi, pari a oltre 26 casi ogni 1000 pazienti.
 
Efficace sembra essere stato anche il nuovo metodo di sorveglianza: seppure InfluWeb – rappresentando lo stato di salute riportato spontaneamente dai partecipanti – non possa essere considerato rappresentativo dell’intera popolazione italiana, i dati della sorveglianza online sono in buon accordo con il trend delle sindromi influenzali rilevato dal classico sistema InfluNet, anche se il livello di incidenza rilevato è stato inferiore.
Il metodo basato sul contributo diretto della popolazione può però dare un’indicazione seppur sommaria di quanti italiani sono stati assenti da lavoro o essersi rivolto a un medico. Durante il picco influenzale, ad esempio i partecipanti che dichiaravano di essere malati, nel 79% dei casi dichiarava anche di non essere stato assente da scuola o dal posto di lavoro per più di un giorno; allo stesso modo l’81% di chi dichiarava di essere ammalato di influenza, nella stessa sesta settimana del 2013 dichiarava di non essersi rivolto ad alcuna struttura medica (medico di famiglia, pronto soccorso, guardia medica).
 
Laura Berardi

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