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Giovedì 30 MAGGIO 2013
Sanità integrativa. Giannini (Ansi): "Mutualità è chiave per risolvere il problema dell'assistenza"

Per il vicepresidente dell'Associazione nazionale sanità integrativa "le strutture mutualistiche offrono servizi di qualità, con tempistiche adeguate e costi contenuti". E puntare sul loro contributo "significa liberare risorse pubbliche da utilizzare per rinforzare i presidi sanitari di base".

La normativa da uniformare, l'esempio della mutua ligure, le potenzialità del welfare aziendale e i meccanismi di controllo. La sanità integrativa è una sfida da vincere su più piani. Ne abbiamo parlato con Enzo Giannini, vicepresidente dell'Ansi.

La sanità integrativa può rappresentare uno strumento per alleggerire i deficit regionali? In che modo?
La sanità integrativa consente allo Stato di spostare costi, attualmente quasi integralmente a carico della sanità pubblica, verso le Casse Sanitarie, le Società di Mutuo Soccorso ed i Fondi Sanitari. Queste organizzazioni, basandosi sul principio della mutualità, sono già in grado di fornire servizi assistenziali sanitari di livello qualitativo quali visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri con tempistiche ridotte, tramite i convenzionamenti con le strutture sanitarie, rispetto alla normali prassi temporale dell’assistenza pubblica. Fondando i propri sussidi sui contributi mutualistici ed essendo gestite in modo efficiente, è facile comprendere come tali strutture possano offrire ai cittadini servizi di qualità, con tempistiche adeguate e costi contenuti liberando nel contempo risorse economiche pubbliche che potrebbero essere utilizzate per rinforzare i presidi sanitari di base diretti a tutta la popolazione.

I fondi esistenti sono normati in maniera adeguata o necessitano di regolamentazioni e/o riforme?
Nel campo dell’assistenza sanitaria esistono diverse normative quali quella sulle Società di Mutuo Soccorso, quella sulle Casse di Assistenza e quella sui Fondi Sanitari. La normativa esiste e il recente Decreto Sviluppo del Governo ha anche posto le prime basi per una visione integrata di tale normativa, strada avviata che andrebbe percorsa avendo cura di non copiare l’esperienza della previdenza integrativa, mai decollata compiutamente per la farraginosità procedurale e la complessità dei meccanismi di controllo predisposti. Integrando le varie normative già esistenti sul tema, sono convinto che il ministero dello Sviluppo economico sia la corretta per gestire adeguatamente il tema.
 
Come si inserisce l'idea di mutua all'interno del dibattito pubblico-privato?
L’idea di mutua non si inserisce nel dibattito pubblico-privato, poiché la forma di assistenza sanitaria mutualistica esiste ancor prima dell’applicazione di un sistema esteso di assistenza pubblica e della nascita di un sistema di assistenza sanitaria privata. II concetto della mutualità, anzi, è alla base dei concetti poi sviluppati dal sistema sanitario pubblico e di quelli poi applicati dal sistema sanitario aziendale. La mutualità non è un’idea, è una risorsa fondamentale se vogliamo risolvere il problema dell’assistenza sanitaria ai cittadini e alle famiglie.

Cosa ne pensa del progetto della mutua ligure? E' più in generale, cosa pensa dell'idea di mutua non legata esclusivamente a professioni e ordini, ma ancorata al diritto di cittadinanza?
Sicuramente è un’esperienza significativa alla quale Ansi guarda con attenzione, anche se non si tratta di una novità in quanto già oggi, nel quadro dell’offerta esistente, le Società di Mutuo Soccorso possono svolgere la propria attività nei confronti del singolo individuo anche se non legato ad ordini e professioni. Tra i nostri associati ci sono diverse Società di Mutuo Soccorso che, da anni e con successo, svolgono questo servizio nei confronti dei singoli individui e delle famiglie.

Il welfare aziendale può essere considerato lo strumento del possibile?
II welfare aziendale è uno strumento. Ce ne sono altri e gli strumenti devono essere resi integrati e complementari tra loro. E’ necessaria un’assistenza sanitaria di base per i meno abbienti o i “grandi anziani”, garantita dal sistema pubblico che può essere affiancata, per i lavoratori attivi, da un welfare sanitario aziendale o di settore che può fornire prestazioni integrative ma che deve essere accompagnata da servizi di assistenza sanitari aperti anche al singolo cittadino o alla singola famiglia.

Le mutue non sono orientate al profitto. Come si sostengono le mutue? Rappresentano un miglioramento della capacità negoziale dei cittadini nei confronti dei servizi sanitari?
In ottica cooperativistica, gli aderenti versano una quota associativa che serve alla mutue, istituti di associazionismo economico non profit, per negoziare servizi sanitari a condizioni agevolate con cliniche pubbliche e private. Ansi sceglie, tramite service provider specializzati, le strutture sanitarie e sociali più qualificate e mette a disposizione i loro servizi a tariffe più convenienti e scontate. A differenza delle compagnie di assicurazione, le mutue non fanno distinzione tra le persone e applicano la medesima quota associativa sia che un aderente abbia 20 o 60 anni, svolga o meno una professione usurante, sia affetto da patologie di sorta.

A cosa si deve stare attenti quando si sceglie una mutua?
Nel nostro paese ci sono circa 2000 realtà associative come casse di previdenza, società di mutuo soccorso, fondi sanitari che operano nel campo della previdenza sanitaria, molti di essi attivi a livelli circoscritti. Il concetto mutualistico si fonda però sulla capacità degli associati, tramite i contributi versati, di supportare le necessità sanitarie di alcuni di loro. E’ quindi necessario valutare il numero degli associati perché più sono, più sono potenzialmente estesi i servizi, più alto il volume dei contributi e il numero di strutture mediche convenzionate probabilmente di qualità superiore. Anche l’assistenza telefonica, il servizio rimborsi e, sicuramente, la qualità dei sussidi proposti possono essere migliori.

Quali realtà rappresenta e vuole rappresentare Ansi e quali sono i suoi obiettivi?
L’associazione è nata nel 2011 con l’obiettivo di rappresentare quelle realtà della solidarietà mutualistica contraddistinte da una forte propensione all’innovazione in termini di qualità e quantità di servizi medici mutualistici prestati. Ansi rappresenta il punto di svolta tra una mutualità tradizionalmente intesa, forte dei suoi 600 anni di vita, e una nuova e rinnovata esigenza di identità per le mutue e le società generali di mutuo soccorso. Ritorna in auge la richiesta di una sanità integrativa a causa dei gravi problemi economici che affliggono Stato e cittadini: si ha sempre più bisogno di tutelare in via privata la propria salute, perché la spesa sanitaria pubblica diminuisce con perentoria drammaticità.  

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