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Mercoledì 05 GIUGNO 2013
Puglia. Laboratori di analisi in agitazione contro le nuove tariffe

Il 10 giugno partirà la maxi serrata contro la delibera regionale che ha introdotto un nuovo piano tariffario. I sindacati denunciano decurtazioni che raggiungerebbero anche il 40-45%. Mobilitazione analoga anche in Sicilia.

In Puglia i laboratori di analisi privati convenzionati sono sul piede di guerra. A partire dal 10 giugno partirà infatti una maxi serrata, mentre dal giorno successivo le strutture non accetteranno richieste per conto del Sistema sanitario nazionale, determinando così disagi non indifferenti.

La decisione è arrivata in seguito all’approvazione, da parte del governo regionale pugliese, della delibera 951 del 13/5/2013 che ha introdotto nuove tariffe di remunerazione, più basse delle precedenti. Il rischio è quello di “poter fornire il servizio solo ai paganti e non potremo più occuparci degli altri pazienti che rientrano nelle liste del Servizio sanitario nazionale", ha spiegato Antonio Costantini, vicepresidente nazionale dell’Ordine dei Biologi e segretario regionale Snabilp-Federbiologi, sindacato di categoria.

Sulla questione è intervenuta anche Confconsumatori Puglia, che ha evidenziato la presenza di due esigenze contrapposte. Da un lato la Regione che deve procedere ad un taglio alla spesa sanitaria, voluto anche dal Decreto Balduzzi, dall’altro i laboratori di analisi che non intendono subire una decurtazione delle tariffe così pesante (40 – 45%). “E’ chiaro che questo conflitto non può andare a scapito esclusivo dei cittadini pugliesi che vedranno allungare enormemente i tempi delle liste di attesa, oppure saranno costretti a pagare per ottenere prestazioni che invece sono gratuite, in quanto coperte dal Servizio sanitario nazionale” scrive l’associazione.

Il problema non riguarda però soltanto la Puglia, ma rappresenta un nodo irrisolto per tutto il Meridione. “Il Sud è maggiormente interessato – sottolinea Costantini - perchè è qui che esistono tanti laboratori di analisi privati in convenzione, mentre al Nord è preminente la parte pubblica”. Altra questione riguarda poi “il calcolo delle nuove tariffe che è stato fatto ascoltando solo tre regioni: la Toscana, l’ Umbria, il Veneto e l’Asl di Cuneo senza nemmeno includere il costo del personale”. La Regione Puglia “tre anni fa mise in piedi una commissione tecnica pubblico/privato proprio per determinare le tariffe, il lavoro però non è mai stato ratificato”. 

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