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Venerdì 07 GIUGNO 2013
Campania. Dopo la stretta alla mobilità. I cittadini vanno in Basilicata. Ma a spese proprie

La denuncia in una nota dall'AO regionale della Basilicata che ha presentato ricorso contro il decreto del sub commissario campano che mira a ridurre il fenomeno della mobilità sanitaria. Diversi pazienti hanno accettato di pagare di tasca propria pur di ricevere fuori Regione prestazioni erogate dal Ssn.

Il decreto del sub commissario alla Sanità della Campania che sottopone ad autorizzazione preventiva alcune prestazioni nelle altre Regioni meridionali comincia a sortire i suoi effetti negativi. Diversi pazienti campani, pur di esercitare il diritto costituzionalmente tutelato alla libertà di scelta della cura, hanno accettato di pagare di tasca propria le prestazioni del Servizio sanitario nazionale. A confermarlo in una nota ufficiale è l'Azienda ospedaliera regionale della Basilicata che raggruppa i plessi del San Carlo di Potenza e del San Francesco di Pescopagano. Ricordiamo come, in base al decreto suddetto, i cittadini campani che intendano sottoporsi ad interventi sulla retina, sul cristallino (con o senza vitrectomia), sulle strutture intraoculari (eccetto retina, iride e cristallino), per malattie e disturbi dell’ apparato muscolo-scheletrico e connettivo, per interventi sul ginocchio senza diagnosi principale di infezione, dal 1 gennaio 2013 devono richiedere un'autorizzazione a un'apposita commissione dell'Asl per curarsi in una Regione confinante (Lazio, Puglia, Basilicata e Molise).
 
"Non si tratta, in questo caso, di una normale procedura intramoenia e cioè l’acquisto della prestazione da parte di un dipendente del sistema sanitario che nel tempo libero esercita la libera professione in ospedale ma proprio dell’accesso all’attività ordinaria, con le modalità tipiche degli interventi chirurgici programmati (iscrizione alla lista d’attesa, prericovero per gli accertamenti diagnostici, operazione) - si spiega nella nota - Un caso più unico che raro perché la prassi consolidata è la libera scelta dai pazienti e poi le Regioni si compensano le prestazioni sulla base di un tariffario condiviso".
E’ successo al San Carlo di Potenza in questi giorni. Un avvocato salernitano di 27 anni - si racconta nel comunicato dell'Ospedale San Carlo di Potenza - ha subito una lesione ai legamenti crociati del ginocchio destro. Si era già operato in una struttura pubblica campana, ma l'intervento non avrebbe sortito gli effetti sperati. Così ha deciso di affidarsi ai medici di Potenza su consiglio di un amico, anche questo salernitano, che si era già sottoposto ad intervento analogo in Basilicata. "A bloccare la sua scelta non basta la decisione del sub commissario regionale: non può permettersi di aspettare i tempi lunghi della procedura di autorizzazione e se non c’è altro modo se lo pagherà lui l’intervento - si spiega nella nota - la sua richiesta è accettata dall’ospedale. L’intervento è programmato regolarmente secondo l’ordinaria lista d’attesa. In questo caso una quindicina di giorni. Un’ora sotto i ferri dell’equipe diretta dal primario Rocco Romeo, con una tecnica mista e il paziente 24 ore dopo è a casa. Ora il paziente ha già avviato la riabilitazione".
 
Al ricorso contro il decreto del sub commissario campano, presentato il 30 aprile scorso, dall'Aor San Carlo e dall'Asp di Potenza, si è aggragata anche Cittadinanzattiva. Intanto, ci sono altri salernitani e campani già in lista per nuovi interventi chirurgici a Potenza. Questi, confermano i vertici dell'Azienda, potranno essere rimborsati qualora l'esposto avesse buon esito. "Abbiamo visto giusto – ha affermato il direttore generale del San Carlo, Giampiero Maruggi – quando abbiamo presentato il ricorso contro il provvedimento. Non c’è decreto o provvedimento amministrativo che tenga di fronte al flusso globale delle informazioni: i cittadini sui problemi di salute stanno imparando a scegliere e non si accontentano dell’offerta più comoda. Con le sue elevate professionalità e le tecnologie di ultima generazione il San Carlo rappresenta sempre più un polo di attrazione su scala interregionale e i primi pazienti campani che, a costo di sacrifici personali, ci scelgono, ne sono un’evidente testimonianza". 
 
G.R.

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