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Martedì 11 GIUGNO 2013
Attacchi di panico. Un disturbo che colpisce oltre due milioni di italiani

Ma circa 10 mln di italiani hanno vissuto questa esperienza Ad essere colpite ripetutamente sono soprattutto le donne. Questi i dati presentati dall’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa). Per lo psichiatra Giampaolo Perna "le cure sono ancora inadeguate e non corrette".

Almeno 10 milioni di Italiani hanno vissuto l’esperienza dell’attacco di panico e oltre 2 milioni hanno sviluppato un vero e proprio disturbo di panico con attacchi ripetuti, ansia e fobie che vedono la loro libertà bloccata e la vita limitata. Di questi le donne sono il doppio degli uomini. Inoltre il 20-40% dei pazienti trattati farmacologicamente non risponde alle terapie, analogamente al 30-40% dei pazienti trattati con la terapia cognitivo-comportamentale. Percentuali che dimostrano un’inadeguatezza delle cure piuttosto che una reale resistenza del disturbo di panico alle terapie.
 
Sono questi i dati presentati da Giampaolo Perna, psichiatra e Presidente scientifico dell’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa) che saranno discussi il prossimo 14 giugno, a Roma presso la sala Protomoteca del Campidoglio
 
Dagli studi emerge che la percentuale di pazienti in remissione clinica varia da un 12 a un 38% in studi di follow-up a 3-5anni. Si aggiunga che il 40-60% dei pazienti a un follow-up di 4-6 anni manifesta una sintomatologia attenuata subclinica e il 20-30% una sintomatologia clinica identica a quella iniziale. Percentuali che indicano cure inadeguate e non corrette piuttosto che l'effetto di una reale resistenza del disturbo di panico alle cure.
 
“Nonostante il disturbo di panico sia conosciuto da oltre 40 anni e notevoli miglioramenti sono stati effettuati nell’individuare trattamenti farmacologici e psicoterapeutici sempre più efficaci – ha dichiarato Perna – in circa un terzo dei pazienti questo disturbo cronicizza, imprigionando la persona colpita in un labirinto di ansia e paure patologiche. Una cronicizzazione legata non tanto ad una vera e propria resistenza del panico ai trattamenti quanto alla frequente somministrazione di cure inadeguate e insufficienti. Ad oggi, quando si applichino le linee guida internazionali nella scelta delle terapia, il successo della stessa è garantita in quasi tutti i casi. Gli studi scientifici – prosegue – suggeriscono con chiarezza che la terapia combinata con specifici farmaci ad azione sulla serotonina e una psicoterapia breve cognitivo comportamentale sia la via più valida per permettere alla persona sofferente per il disturbo di panico di ritrovare la serenità e la libertà perdute”.
 
Accanto a queste terapie stanno inoltre emergendo con forza terapie somatiche riabilitative che modulano il sistema respiratorio, cardiaco e dell’equilibrio che danno un apporto sostanziale a rendere le terapia ancora più efficaci. “Dobbiamo inoltre ricordare – ha aggiunto Perna – il ruolo centrale dell’allenamento fisico aerobico (dalla corsa alla cyclette, dal nuoto alla danza) nel combattere la ricorrenza degli attacchi di panico. Infine è importante sottolineare il ruolo degli stili di vita, prima di tutto l’astensione dal fumo di sigaretta e dall’uso di droghe capaci di scatenare e innescare la comparsa del disturbo di panico”.
 

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