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Venerdì 14 GIUGNO 2013
Lorenzin: "Nessun taglio alla sanità". Grande attenzione alla responsabilità medica

Lo ha assicurato il ministro della Salute ai sindacati del Ssn che ha ricevuto ieri, smentendo di fatto quanto dichiarato ieri dal ministro dell’Economia Saccomanni all’assemblea dell’Assonime. Ecco la cronaca dell’incontro da parte di uno dei protagonisti, il presidente della Fesmed Carmine Gigli.

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha incontrato ieri i rappresentanti di tutto l’universo della sanità italiana e la FESMED ha apprezzato particolarmente le sue parole, quando ha dichiarato che intende prestare molta attenzione alla questione della responsabilità medica e si è soffermataa sulle strategie che intende adottare per trovare una soluzione a questo annoso problema.
 
L’incontro si è aperto con i medici che, attraverso il loro portavoce, hanno lamentato il fatto che ancora oggi si parli di possibili ulteriori tagli alla sanità (il riferimento è alle dichiarazioni del ministro dell'Economia all'assemblea dell'Assonime), invece di estirpare gli sprechi e la corruzione, che stanno portando alla riduzione e/o scomparsa di servizi e prestazioni. E’ stato ribadito che lo strumento utile per migliorare la funzionalità dei servizi e valorizzare la professione è il contratto di lavoro, bloccato ormai dal 2009 e che, per quanto riguarda i medici, non vede ancora definite le aree contrattuali.
 
I medici hanno ricordato che la questione della responsabilità professionale ha visto scioperare i ginecologi e li seguiranno su questa strada anche gli ortopedici ma, quello della responsabilità è un problema che riguarda tutti gli operatori sanitari. E’ necessario un intervento legislativo che modifichi il profilo della colpa medica, che ponga un freno ai corsi e ricorsi delle interpretazioni che danno i magistrati all’operato dei medici, che elimini la quota parte, che fissi dei limiti ai risarcimenti, che eviti ad un medico di entrare in sala operatoria come uno stimato professionista ed uscirne come un mascalzone. Quella attuale è una situazione che porta via dal sistema salute ingenti risorse, a discapito di cittadini e medici e a vantaggio dei sistemi assicurativi e di studi legali e pseudo legali.
 
A conclusione di un periodo che ha visto la riorganizzazione dei ruoli e delle figure sanitarie, appare utile, infine, una disciplina chiara dei rapporti tra dirigenza medica, veterinaria e sanitaria e le professioni sanitarie. E’ necessario comprendere che la prestazione sanitaria non è la somma di una serie di prestazioni professionali, che deve esserci una figura che coordina e risponde del funzionamento del sistema.
Serve, inoltre, un cambiamento delle politiche della formazione medica, che oggi vedono una discrasia con il mondo del lavoro, uno scollamento tra sistema universitario e il servizio sanitario pubblico, alimentando il paradosso dei medici laureati in Italia, a spese della collettività, che poi vanno a lavorare all'estero.
Il Ministro precedente ci ha lasciato in eredità il sistema degli standard, che non potrà avere valore se non sarà accompagnato dall’identificazione degli organici, che devono garantire tali standard. Adesso il servizio viene reso spesso da personale precario e da dirigenti prossimi alla pensione, occorre stabilizzare al più presto gli operatori e definire quanto personale è necessario per erogare le prestazioni. Questo problema si ricollega a quello del precariato che vede innumerevoli dirigenti medici, veterinari e sanitari che lavorano sotto la spada di Damocle del contratto in scadenza.
 
A seguire, il rappresentante degli specializzandi ha ricordato i problemi legati alla formazione e lo stesso ha fatto, per la sua parte, il rappresentante della medicina convenzionata.
 
Il Ministro Lorenzin ha riconosciuto che se il medico, oltre a non avere un riconoscimento economico, non ha neanche un riconoscimento professionale, questo può creare disaffezione al sistema. Non ha assicurato degli aumenti contrattuali, ma non ritiene che possano esserci ulteriori tagli al fondo sanitario nazionale, che oggi è a 109 miliardi di euro. Ha ricordato che non siamo ancora usciti dalla crisi economica. Le scelte che sono state fatte dai governi precedenti hanno portato a dei risultati in termini economici ma, non su quello dei servizi e questo richiede che adesso ci si debba fermare con i tagli.
 
Riconosce che la definizione di colpa grave è un problema importante e ritiene che occorra che tutto il comparto parli in maniera unitaria, con un'unica voce, perché questo può facilitare il lavoro parlamentare, dove adesso c’è attenzione per il problema della responsabilità sanitaria.
Il tema dei precari e degli specializzandi è un problema sentito da tutto il Governo. Nel patto della salute è necessario passare ad una nuova fase di “governance” della sanità, introducendo l’informatizzazione dei processi, la centralizzazione dei servizi, etc. per ottenere dei margini di recupero da reimpiegare in sanità e su questo ha chiesto collaborazione. Ci auguriamo che adesso alle parole faccia seguire i fatti.
 
Carmine Gigli
Presidente FESMED

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