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Lunedì 17 GIUGNO 2013
I tagli di Zingaretti e la mancanza di programmazione



Gentile direttore,
è arrivato il momento che per decidere la chiusura di un’unità operativa si tenga conto, senza privilegi per nessuno, del suo ruolo e dell’attività assistenziale svolta: volumi di attività, appropriatezza, valutazione degli esiti. Questo perché la  buona sanità richiede l’intervento del bisturi e non della mannaia. Ma il Presidente Zingaretti sembra aver dimenticato questo passaggio essenziale come dimostra la sua recente disposizione che prevede, in assenza di criteri obiettivi, il taglio di numerose Unità operative semplici e complesse.
E soprattutto come hanno già commentato sulla stampa due firme autorevoli, S. Harari su il Corriere della Sera e R. Polillo su Quotidiano Sanità,  nel provvedimento della Regione c’è un grande assente: la programmazione.
 
Ricordo con quanta attenzione e speranza ho ascoltato le parole di Nicola Zingaretti che durante la campagna elettorale ha più volte condannato la politica dei tagli alla cieca, evidenziandone i limiti, le aberrazioni e la sostanziale inefficacia. Ho poi particolarmente apprezzato la conferma e il consolidamento del rapporto di collaborazione con Agenas, per l’autorevolezza dell’agenzia e di Giovanni Bissoni che la presiede.
Sembravano forti segnali di rinnovamento. Un approccio pragmatico ad una difficile sfida. Un’aspettativa che in questo momento viene delusa: la riduzione di oltre 2.000 unità operative, al di fuori di regole, criteri e programmazione rischia infatti di rappresentare l’ennesimo esempio di un inutile taglio lineare.
 
Provo a tirare fuori qualche cifra. Quale sarà il beneficio economico sui conti della Regione? È possibile prevedere un risparmio, non immediato ma a tre-cinque anni, di circa 40 milioni di euro/anno: una goccia nell’oceano. I benefici sull’assistenza erogata ai cittadini? In questo caso la risposta è impossibile considerando che si tratta un intervento isolato, avulso da un progetto o da un programma.
Non si può negare che i dati presentati da Zingaretti siano allarmanti e irritanti: “…sedici primari per diciassette posti letto…”. I disastri del passato non possono e non devono essere ignorati.
E proprio per la gravità della situazione economica e sanitaria del Lazio se non si deve perdere tempo è però anche necessario evitare frettolosi passi falsi: Adelante Presidente Zingaretti … con juicio.
 
La prevista drastica riduzione delle Unità operative semplici e complesse non può essere lasciata all’arbitrio dei singoli Direttori generali, sulla base di criteri soggettivi o contingenti quali ad esempio la vacanza dell’incarico per pensionamento o per mancato affidamento.
La ridefinizione delle Unità operative di un ospedale o di una ASL deve invece avvenire in coerenza con quanto avviene negli altri presidi regionali in un chiaro contesto di programmazione regionale, all’interno della quale le scelte, per tagliare finalmente rami secchi e duplicati o per sostenere strutture carenti ma valide e necessarie, dovranno poi essere determinate da criteri trasparenti e conosciuti. Volumi di attività, appropriatezza, valutazione degli esiti, appunto.
 
Bruno Schiavo
Segretario Aziendale Anaao-Assomed San Camillo Forlanini - Roma

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