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Lunedì 01 LUGLIO 2013
Monti: “Ha ragione Renzi. O il governo cambia passo o lasciamo coalizione”

In un lungo post sulla sua pagina facebook il leader di Scelta Civica lancia una sorta di ultimatum al Governo: “Servono riforme radicali e per farle serve unità di intenti”. “Troppe ambiguità tra Pd e Pdl”. “Riduzione della spesa pubblica, unico modo serio per abbassare le tasse”.

“Ha ragione Matteo Renzi: ‘Piccoli passi non bastano’. Il Governo Letta ha iniziato bene, ma la sua missione - trasformare l'Italia in un Paese competitivo e capace di crescere, mantenendo la ritrovata disciplina di bilancio - richiede riforme radicali. Queste non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all'interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione”.
 
Lo scrive sulla sua pagina facebook Mario Monti, il leader di Scelta Civica ed ex presidente del Consiglio. Da qui all’ultimatum a Letta per una accelerazione delle scelte il passo è breve.

“Scelta Civica, il primo partito ad avere proposto, già prima delle elezioni, un governo di grande coalizione – scrive infatti Monti - ha dichiarato recentemente che il Governo Letta deve e può proporsi come orizzonte l'intero quinquennio della legislatura. Con altrettanta chiarezza, però, mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità”.

E di chi è la colpa? Per Monti non c’è dubbio: “Questioni di linee politiche e di leadership, in questa fase, sono presenti sia nel PD che nel PdL, con ripercussioni sul Governo. (Da tali questioni non è esente neppure la nostra SC: è impresa importante per la politica italiana, ma non facile, quella di condurre ad unità di visione esponenti della società civile alla prima esperienza parlamentare ed altri che, già parlamentari, hanno lasciato partiti con tradizioni differenti, per aderire al nostro comune disegno riformatore).L'ambiguità proviene dai due partiti maggiori. Il PD sceglierà nei prossimi mesi il capo del partito e non è chiaro se tale figura comporti anche la candidatura a capo del governo. Vi sarà comunque, come è naturale, un dibattito a tutto campo sulla linea politica ed è difficile esso non influenzi il governo. Il PdL sta a sua volta affrontando una situazione difficile, anche per le vicende di Silvio Berlusconi, al quale va peraltro dato atto di essersi finora lealmente astenuto dal farne pesare le conseguenze sul governo”. 

Ma per Monti “non è comunque accettabile che singoli partiti, nel partecipare all'attività di un governo che dovrebbe durare per anni, si posizionino quotidianamente - nella sostanza e nella comunicazione - come se fossero già in campagna elettorale. Il PdL, per bocca del suo Segretario e Vice Presidente del Consiglio, sottolinea che il suo partito è al governo come "presidio e fortino antitasse". “Che cosa significa questo? - si chiede retoricamente il leader di Scelta Civica - che il Presidente Letta, il ministro Saccomanni o, poniamo, Scelta Civica avrebbero visto volentieri l'aumento dell'IVA, o non vedrebbero volentieri un'attenuazione del peso fiscale sulla casa? Per quanto riguarda Scelta Civica, posso assicurare che i nostri elettori sono insofferenti alle tasse quanto lo sono quelli del PdL. E aspettano con ansia che il PD e il PdL si decidano, a differenza che nel 2012, a sostenere misure concrete di riduzione della spesa pubblica, unico modo serio per abbassare le tasse”.

La soluzione? Per Monti bisogna seguire l’esempio storico della grande coalizione tedesca: “In Germania, le grandi coalizioni nascono sulla base di un "Koalitionsvertrag", un vero e proprio contratto, scritto e molto dettagliato, che i partiti devono rispettare. La grande coalizione che appoggia il governo Letta ha, come sola base, le brevi dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio alle Camere del 29 aprile. Troppo poco. Superato, con risultati apprezzabili, il Consiglio Europeo, Enrico Letta dovrebbe ora proporsi di dare solidità e slancio riformatore al suo governo, e di metterlo al riparo da possibili insidie provenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto un testo di "contratto di coalizione". Esso dovrebbe contenere, oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e dei provvedimenti, anche un breve "codice di condotta", con elementari regole di comportamento per chi vuole partecipare in buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese, dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali”.

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