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Martedì 02 LUGLIO 2013
Sigarette elettroniche. Il 9 luglio operatori in piazza contro la tassa

La mobilitazione contro l'accisa si svolgerà il 9 luglio a Roma, davanti il Parlamento. L'Anafe, tra i promotori, accusa il governo: "Il rischio è quello di distruggere un mondo composto da 3mila imprese e da 5mila persone che hanno investito grosse cifre". 

L’industria del fumo elettronico scende in piazza contro gli ultimi provvedimenti del governo che hanno introdotto una nuova tassa sulla e-cig. “Tutti gli operatori del settore – lancia l’appello una nota dell’Anafe – sono chiamati a manifestare la propria contrarietà alla tassa ammazza sigaretta elettronica per il prossimo 9 luglio a Roma, in piazza Montecitorio, davanti il Parlamento, dalle 9.00 alle 13.00”.

L’Associazione nazionale del fumo elettronico accusa il governo di “non avere minimamente idea delle conseguenze di ciò che sta facendo”. Secondo l’Anafe infatti “imporre l’applicazione dell’imposta di consumo pari al 58,5% sul dispositivo, sulle parti di ricambio dello stesso, che includono anche cavi USB e batterie come quelle dei cellulari, e sulle ricariche, parificando tali prodotti sul piano della tassazione alle sigarette, equivale a mettere sullo stesso piano un prodotto che uccide con uno che fa molto meno male. Un concetto questo riaffermato da soggetti quali l’Istituto Superiore di Sanità, dal prof. Umberto Veronesi e tanti altri”.

Il rischio è quello di distruggere “il mondo dei produttori, distributori e commercianti del settore della sigaretta elettronica, sviluppatosi in Italia negli ultimi 24 mesi”. La conseguenza sarebbe quella di “distruggere un mondo fatto di 3000 imprese e 5000 persone che hanno investito cifre importanti, spesso frutto di liquidazioni da lavoro perso, e in gran parte ancora da recuperare”.

Alla manifestazione ha aderito anche Puff, azienda torinese del settore. "Chiediamo al governo - è l'appello di Umberto Roccatti, ad della società - di sostenere e di non penalizzare le aziende serie e di rilevanza internazionale che, come la nostra, contribuiscono al Made in Italy e creano non solo profitto, ma anche migliaia di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani". 
 

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